Treni e disagi: protesta del comitato pendolari

di Redazione

 AVERSA. L’articolo 4 della nostra costituzione afferma: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto”.

“Rendere effettivo questo diritto” significa porre in essere tutte le condizioni che possano facilitare il cittadino nello svolgimento del suo lavoro e significa anche creare una rete di trasporti, un servizio di assistenza, che rendano meno stressante e impervio il quotidiano viaggio di un lavoratore. E allora, se la nostra Costituzione è cosi esplicita e dettagliata nel sancire il riconoscimento di questo diritto, perché i nostri pendolari vengono quotidianamente privati di questo diritto?

Il pendolare è una figura sempre più diffusa nei Paesi ad economia sviluppata. L’aumento della domanda di trasporto pendolare è un dato comune a larga parte delle città europee: in Italia la mobilità è aumentata di oltre il 60% in 15 anni e i pendolari sono quasi un quarto della popolazione. La maggior parte, soprattutto per mancanza di infrastrutture, si muove in automobile. Mentre il trasporto ferroviario, la risposta più efficace per contenere questi fenomeni, presenta ancora notevoli criticità nella qualità del servizio offerto, tanto da aver causato negli ultimi anni la proliferazione di innumerevoli comitati locali in difesa dei diritti dei pendolari.

E proprio il comitato dei pendolari presenti sul nostro territorio, ha portato alla nostra attenzione un problema che ormai da tempo sta complicando la vita di tutti coloro che da Aversa e dall’hinterland si spostano utilizzando la nostra rete ferroviaria. Per entrare nello specifico, alcuni membri del comitato ci hanno spiegato che da circa un anno sono costretti a viaggiare in situazioni assurde a causa della soppressione di alcuni treni da parte di Trenitalia.

L’odissea è iniziata con il treno proveniente da Reggio Calabria al quale inizialmente sono state ridotte il numero delle carrozze creando un notevole disagio ai pendolari che lo attendevano di primo mattino e successivamente trasformato in treno notte. Ciò ha portato alla protesta sui binari da parte dei pendolari stanchi ed esasperati. Attualmente il suddetto treno è divenuto intercity notte, presenta solo quattro carrozze e arriva alle quattro e quarantadue. La situazione è divenuta ancor più invivibile quando, a ciò si è aggiunto la soppressione di un treno.

Allo stesso tempo è stato soppresso anche il treno proveniente da Roma delle 19:39. Attualmente la situazione si presenta così: solo due treni per poter arrivare intorno alle sette e trenta a Roma, dopodiché un buco all’interno dell’orario di Trenitalia e un treno delle sei che però arriva a Roma alle sette e cinquanta e quindi crea problemi di ritardi per chi deve raggiungere uffici e scuole. Il paradosso più grande, infine, è dato dall’aumento dell’abbonamento, un aumento che però di certo fino ad oggi non è servito a migliorare le condizioni dei passeggeri.

Il comitato ha attivato una raccolta firme per cercare di opporsi e far sentire la propria voce, ma soprattutto nella speranza che la Regione possa trovare una pronta soluzione. Il diritto al lavoro può essere considerato il primo diritto sociale, in quanto costituisce lo strumento per affermare la propria autonomia e indipendenza. È un dovere aiutare i cittadini a raggiungere i posti di lavoro nelle migliori condizioni possibili.

Ogni contribuente ha i propri doveri ma è bene ricordare che hanno anche dei diritti. Il comitato pendolari ringrazia, infine, il sindaco Sagliocco per il sostegno mostrato e noi continueremo a seguire la vicenda.

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