Spending review, tagli per 9 miliardi: settimana decisiva

di Redazione

Mario MontiROMA. Ancora diverse le ipotesi sulla “spending review”.Sono attese per lunedì 2 luglio delle riunioni di lavoro per stringere, con un vertice interministeriale in serata, sul pacchetto del governo Monti che conterrà i tagli alla spesa pubblica.

Si parla ancora di una forbice ampia, che potrebbe arrivare fino a 9 miliardi di euro. I 4,2 miliardi di partenza, che servono ad evitare l’aumento dell’Iva per quest’anno, potrebbero aumentare per trovare una soluzione ad altre priorità: terremotati, esodati, ma anche riforma del lavoro, in particolare su alcune parti della flessibilità in entrata.

Martedì il confronto con i sindacati e poi il consiglio dei ministri dove si tireranno le fila. Un Cdm che, senza la pressione di qualche giorno fa, a questo punto potrebbe tenersi, riferiscono fonti dell’esecutivo, tra giovedì e venerdì, se non addirittura all’inizio della prossima settimana. Per quanto riguarda l’Iva, si guarda anche al 2013: obiettivo almeno il dimezzamento a 1 punto del già previsto aumento della tassa. “Ora è da vedere se fare tutto adesso o rinviare una parte a subito dopo l’estate”, riferiscono fonti governative.

Il grosso arriverà dal pacchetto del commissario Enrico Bondi sui risparmi sugli acquisti di beni e servizi, con un ruolo più ampio per la Consip. Intervento scontato anche sulla sanità, in particolare sulla spesa farmaceutica e sui costi dei ricoveri. E’ invece verosimile che il giro di vite sul pubblico impiego sia rinviato. Ora potrebbe arrivare la stretta sui dirigenti e funzionari e la riorganizzazione di alcune presenze territoriali dello Stato. In un secondo tempo, se necessario, si agirebbe sulle piante organiche, sulle ferie e i buoni pasto. Ma le ipotesi sono ancora tutte aperte e la riunione di martedì sera, che appunto anticipa il confronto previsto con i sindacati per martedì, dovrebbe essere in questo senso decisiva.

Sul fronte parlamentare, invece, si lavora già al nuovo decreto sulla crescita, che è all’attenzione della Camera. Sempre a Montecitorio il primo decreto sulla spending review dovrà essere esaminato dall’Aula. In stand-by invece la delega fiscale: dopo le settimane perse per le correzioni sulla parte penale, ora la riforma è alla Camera ma ancora non sono stati calendarizzati i lavori. Premono i decreti che hanno maggiore urgenza tra quello sulla crescita e quello, politicamente più spinoso, dell’accorpamento delle agenzie fiscali. Ma la riforma del fisco rischia di slittare e l’obiettivo di arrivare ai decreti di attuazione entro fine anno sembra allontanarsi.

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