Maxirissa in ospedale: devastato il pronto soccorso

di Nicola Rosselli

 AVERSA. File di sedie divelte ed utilizzate come ariete contro i divisori in vetro, altre sedie che volavano, vetri in frantumi, ma soprattutto calci e pugni …

… distribuiti in maniera selvaggia nel corso di una maxirissa che ha trasformato la sala d’aspetto del pronto soccorso dell’ospedale “San Giuseppe Moscati” in un teatro di una maxirissa che ha coinvolto una decina di persone, oltre a diversi pazienti in attesa del proprio turno per essere visitati, il personale del 118 che aveva provveduto a trasportare alcuni dei partecipanti alla rissa, un vigilantes e gli infermieri addetti al triage. Alla fine, due stanze completamente distrutte, diverse persone contuse, e alcuni fermati per i quali sono in corso accertamenti.

Secondo una prima ricostruzione operata dai carabinieri del nucleo territoriale di Aversa, coordinati per l’occasione dal tenente Flavio Annunziata, poco dopo le 21.30 di lunedì, giungono, accompagnati dal 118, un padre con tre figli che, stando ai primi riscontri, avevano preso parte ad una rissa, quasi certamente, a Teverola, per futili motivi. Mentre i quattro sono in attesa di essere visitati dai medici in servizio al pronto soccorso, al “Moscati” giungono le tre persone che si sono scontrate poco prima con padre e figli. Un solo attimo e gli animi si riaccendono. Scoppia una furia cieca. Iniziano a volare sedie, vetri vengono mandati in frantumi.

Pugni, schiaffi e calci in maniera selvaggia. Vengono coinvolti, loro malgrado, il personale del 118, gli infermieri, il vigilantes. Ne nasce un parapiglia. I pazienti e i familiari fuggono. Un nostro collaboratore, presente sul posto, chiama il 113. Il commissariato aversano ha tutte le volanti occupate. Sul posto, allora, giungono i carabinieri del nucleo territoriale di Aversa, agli ordini del colonnello Gianluca Vitagliano, che si trovano di fronte ad una scena surreale. La sala d’aspetto dell’ospedale “Moscati” ridotta ad un ammasso di rovine, con suppellettili distrutte, ma, soprattutto, pazienti che non si sono potuti sottoporre ai controlli.

L’episodio di lunedì sera è solo l’ultimo di uno stillicidio di aggressioni che, sino ad oggi, avevano avuto come vittime dirette gli addetti al pronto soccorso del nosocomio aversano. Ieri sera, invece, la furia selvaggia ha avuto come vittime non solo i beni pubblici, ma le decine di malcapitati presenti, molti dei quali sono fuggiti in lacrime, spaventati e contusi. E’ solo di qualche giorno fa, tra l’altro, l’aggressione alla dottoressa responsabile del pronto soccorso, colpita da due pugni solo per aver invitato alla calma un accompagnatore di un paziente. Ancora una volta si è avuta si è avuta la certezza della necessità di un drappello fisso di polizia.

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