Avetrana, al via il processo. Sabrina in lacrime

di Mena Grimaldi

 TARANTO. E’ iniziato nella mattinata di martedì il processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrana trovata morta in un pozzo.

Fin dalle prime ore dell’alba, una folla di curiosi e giornalisti si è accalcata davanti al tribunale di Taranto. In aula sono state ammesse a seguire l’udienza 70 persone che occupano l’altra ala dell’aula, quella opposta a dove siedono i giornalisti muniti di pass. La Corte, dunque, dopo due ore di camera di consiglio, ha autorizzato le videocamere in aula, ma ha accolto in parte le richieste dei maggiori imputati, stabilendo che non si potranno riprendere in volto i protagonisti del processo. Inoltre, le riprese potranno essere mandate in onda solo a fine udienza. Con la stessa ordinanza, accertato l’interesse “particolarmente rilevante” della vicenda da parte dell’opinione pubblica, la Corte ha autorizzato la ripresa integrale del dibattimento da parte della trasmissione di RaiTre “Un giorno in pretura”.

Non potranno essere ripresi gli imputati Cosima Serrano, Sabrina Misseri, Carmine Misseri, Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano, nonché testimoni e consulenti che ne facciano esplicita richiesta, come avevano fatto gli imputati. Vietata anche la presenza in aula dei fotografi. In aula presenti Sabrina Misseri e la madre Cosima, poco lontano da loro lo zio Michele. Seduti dietro i loro legali la famiglia di Sarah: la madre Concetta, il padre e il fratello.

Sabrina e Cosima, entrambe detenute, sono accusate di concorso in omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere. Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima, è accusato di concorso in soppressione di cadavere e di alcuni reati minori (furto, incendio, calunnia), il fratello Carmine e il nipote Cosimo Cosma, detto “Mimino”, rispondono di aver aiutato il contadino. Per loro, poco prima di Natale, la Cassazione ha stabilito la mancanza di concreti indizi di colpevolezza.

Visibilmente dimagrita, cappotto nero, capelli lunghi, occhiali neri, Sabrina, nel corso del dibattimento, è scoppiata più volte in lacrime. Folta la presenza forense tra difensori e avvocati di parte civile. I difensori delle due principali imputate manifestano fiducia e si affidano “alla ragione” e al “senso di equilibrio” delle Corte di Assise.

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