L’Opg “Saporito” potrebbe diventare ospedale “tour court”

di Nicola Rosselli

 AVERSA. Al 6 dicembre 2011 nelle strutture penitenziarie italiane erano presenti 68.017 detenuti (65.121 uomini, 2.896 donne) a fronte di una disponibilità reale di 44.385 posti detentivi, per un esubero pari a 23.632 detenuti, che determina un sovraffollamento medio nazionale al 53,2%.

A dettare questi dati, solo la punta di un iceberg più complesso e drammatico, la Uil Penitenziari nel suo rilevamento trimestrale. Una situazione che si presenta pesante anche in provincia di Caserta dove sono ospitate quattro strutture carcerarie. La più importante quella di Santa Maria Capua Vetere, seguita da Carinola e Arienzo. Un discorso a parte merita l’ospedale psichiatrico giudiziario, a metà strada tra il carcere e l’ospedale, con peculiarità proprie.

Tra i dati casertani, spicca, in percentuale, il sovraffollamento del carcere di Arienzo che, pur essendo piccolo, con una capienza di appena 52 persone, ospita ben 96 detenuti, con una percentuale di esubero dell’84,6%. Condizioni che hanno portato i detenuti a commettere 9 atti autolesionistici e a proclamare 11 scioperi della fame. Più complessa la situazione della casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere dove, a fronte di una capacità ricettiva di 547 detenuti ne sono ospitati 987, con una percentuale di sovraffollamento dell’80,4%, anch’essa, come per Arienzo, superiore alla media nazionale. Una situazione che ha portato a mettere in atto 12 tentativi di suicidi, a commettere 25 atti autolesionistici e proclamare 44 scioperi della fame, oltre ad aggredire 2 agenti di polizia penitenziaria e il ferimento di un dipendente civile.

Molto più soft, sebbene comunque in sovraffollamento, la situazione del supercarcere di Carinola dove a fronte di una ricettività di 332 detenuti, la struttura ne ospita 372, “appena” il 12% in più. Anche qui si è registrato un tentativo di suicidio, un’aggressione ad un agente e il ferimento di un dipendente civile, oltre a ben 47 scioperi della fame, il numero più alto in assoluto.

Discorso a parte, dicevamo, per la sua natura, per l’ospedale psichiatrico “Filippo Saporito” di Aversa che potrebbe anche essere trasformato in ospedale tout court a partire dalla primavera prossima. Nella struttura aversana, infatti, a fronte di 209 posti, vi sono solo 199 ospiti. Ma è qui che si è registrato dall’inizio dell’anno il più alto numero di suicidi, ben tre (come Torino e Padova – Due Palazzi) su 62 a livello nazionale, per non parlare dei tentativi, che ammontano a 9, e a 23 atti di autolesionismo. In questo clima non devono, poi, meravigliare le 12 aggressioni nei confronti di altrettanti agenti di polizia penitenziaria e a 23 ferimenti di dipendenti della struttura. L’opg aversano è stato anche oggetto di alcuni interventi parlamentari, con relative visite, che hanno portato alla ribalta della cronaca le condizioni disumane in cui versano gli ospiti, quasi tutti da dimettere, ma senza famiglie o strutture pronti ad ospitarli.

“Abbiamo cercato – ha dichiarato Eugenio Sarno, segretario generale della Uil Penitenziari – di aggregare i dati, per offrire uno spaccato, tanto immediato quanto drammatico, della situazione penitenziaria in Italia. Una situazione che, oggettivamente, rappresenta vergogna e disonore per un Paese come l’Italia. E come emerge in modo netto dal rilevamento non è solo una questione di sovrappopolamento, che pure riveste un ruolo importante nelle criticità del sistema, ma di civiltà”.

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