Ambito C3, Di Santo invita al dialogo

di Redazione

Eugenio Di SantoTEVEROLA. Le ultime vicende che hanno interessato l’ambito socio-sanitario C3 hanno certificato lo stato comatoso di un ambito che da tempo ha perso la funzione deputata dalla legge, per diventare teatro di duelli rusticani, prese di posizioni arroganti, tracotanti, dove si è sfiorato più volte lo scontro fisico e la rissa.

Tutto questo, per precise responsabilità della passata amministrazione del Comune di Succivo, che con certosina testardaggine, ha creato le condizioni per la disintegrazione dei rapporti politici e personali, di un ambito che prima del loro avvento era il fiore all’occhiello della Regione Campania.

Oggi esponenti di primo piano che hanno delle precise responsabilità si stracciano le vesti dicendo che il comune di Succivo perdendo l’ambito, ha perso la dignità, il rispetto, l’onorabilità e l’onestà, ma dimenticano che il corto circuito è stato provocato dalla loro gestione disinvolta, con la mancata risposta ai rilievi regionali circa l’approvazione del piano di zona 2010, e la mancata predisposizione del piano di zona 2011, motivo per cui la Regione ha chiuso i rubinetti dei finanziamenti, mandando gambe all’aria la già precaria programmazione dei servizi sul territorio, non sottacendo l’uso che ha fatto il comune di Succivo delle risorse economiche per gli anni pregressi che adesso inevitabilmente verranno al pettine. Le “lacrime di coccodrillo” servono a poco, quando si hanno precise ed evidentissime responsabilità personali e politiche, per lo sfilacciamento dei rapporti con gli altri comuni dell’ambito.

Gli esponenti di “Primavera Succivese” sono interlocutori insostituibili, il punto di riferimento di oggi e del futuro. La situazione che si è venuta a determinare è figlia di uni logoramento politico ascrivibile totalmente alla passata esperienza amministrativa di Succivo. Il sindaco di Succivo, in questa fase, ha pagato a caro prezzo lo scotto del noviziato politico, escludendo la malafede, la sua azione ha favorito una presa di posizione contro lo stesso comune di Succivo.

La decisione, poi, di affidare le funzioni di capofila dell’l’ambito socio- sanitario C3 al comune di Casaluce, da parte dei comuni di Casaluce, Carinaro, Cesa, Teverola, Orta di Atella è solo una scelta sbagliata nelle forme e nella sostanza. Il comune di Sant’Arpino, pur essendo critico nei confronti della gestione del comune di Succivo, ritiene che questo ambito ha bisogno di una decisione di grande respiro che restituisca dignità, certezza ed autorevolezza alla gestione di un settore che tocca le fasce più deboli della popolazione, con l’individuazione del comune capofila attraverso ampia discussione e partecipazione, altre scelte sono figlie di poco lungimiranza politica, attuate con risicate maggiorane solo numeriche e non di sostanza, che non ci appartengono ed alle quali noi non parteciperemo.

L’invito è quello di azzerare ogni decisione, di mettersi intorno ad un tavolo, rinunciare ad inutili e dannosi campanilismi per individuare il comune capofila che porti in tempi prefissati e brevissimi, così come prevede la normativa, al consorzio per la gestione delle politiche sociali, altrimenti, nella nostra piena autonomia, nel rispetto che dobbiamo alla popolazione dell’ambito e di Sant’Arpino chiederemo alla regione Campania quale organo tutorio di attivare le procedure sostitutive per evitare problemi peggiori.

Eugenio Di Santo, sindaco di Sant’Arpino e consigliere provinciale

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