Perugia, Saviano e la macchina del fango al Festival del Giornalismo

di Redazione

Roberto SavianoPERUGIA.Dall’ottobre 2006 vive sotto scorta per le minacce ricevute dalla riminalità organizzata dopo il suo libro Gomorra che, pur essendo un romanzo, ha la forza di un articolo di cronaca.

Non è quindi fuori posto che sia proprio Roberto Saviano, martedì 12 aprile alle ore 21, ad aprire il Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, la “cinque giorni” dedicata alle tendenze e ai problemi del mondo dell’informazione. Lo scrittore si occuperà di un tema a lui caro, quello della “macchina del fango”, che scatta ogni volta che potenti interessi costituiti, più o meno legali, si sentono minacciati.

“Spesso mi si chiede – ha scritto – come sia possibile che delle parole possano mettere in crisi organizzazioni criminali potenti. In verità ciò che spaventa è che tutti possano d’improvviso avere la possibilità di capire come vanno le cose. Avere gli strumenti che svelino quel che sta dietro. La diffamazione è stata sempre al centro della mia ricerca perché sono nato in una terra in cui chiunque decida di ostacolare il potere criminale viene diffamato”. Come funziona la macchina del fango? “Il meccanismo – risponde Saviano – è evidente, si gioca a buttare fango su chiunque si opponga a certi poteri, ma nel momento in cui il giocattolo della macchina del fango si rompe, nel momento in cui certi meccanismi diventano palesi, sta al cittadino capire come funzionano le cose e modificarne il corso”.

Un tema, quello dell’uso strumentale dell’informazione, particolarmente delicato in Italia, dove potere politico, potere economico e proprietà dei media sono intrecciati e dove resiste un soffocante duopolio televisivo che si può trasformare con facilità in monopolio del pensiero unico. Al Festival del giornalismo si parlerà anche di questo, ma non solo. Si parlerà di giornalismo e democrazia, di nuovi media, della sfida tra vecchi e nuovi mezzi di comunicazione, di reporting investigativo e di reportage dai luoghi della guerra e della sventura, di gornalismo online e di carta o su tablet. Con tanti ospiti italiani e stranieri, che forniranno un quadro il più possibile esaustivo di ciò che funziona (o che non funziona) nel rapporto odierno tra cittadini e informazione. Tenendo sempre presente, comunque, il vecchio detto secondo il quale quando i giornali sono solo pieni di buone notizie, le galere sono piene di brave persone.

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