Trovato il cadavere di Yara Gambirasio

di Redazione

YaraBERGAMO.Il cadavere di Yara Gambiraso, la ragazzina scomparsa tre mesi fa, è stato trovato in aperta campagna, in una campo in via Bedeschi, a Chignolo d’Isola, in località Madone, ad una decina di chilometri da Brembate.

Il corpo della tredicenne, secondo le prime informazioni, era abbandonato in un campo incolto. La segnalazione è giunta da una persona che stava provando nella zona un aereoplanino telecomandato. Il riconoscimento del cadavere, in stato di decomposizione, è stato possibile grazieai stessi vestiti che la ragazzina aveva la sera della scomparsa e l’apparecchio ortodontico che portava ai denti.L’area, non distante da alcuni capannoni industriali, sarebbe stata battuta nei mesi scorsi dalle squadre di soccorso e non si esclude, dunque, che il corpo sia stato portato sul luogo del ritrovamento solo di recente. Tuttavia, vi è anche l’ipotesi che Yarasarebbe stata abbandonata nel campo la stessa sera della scomparsa, viste le condizioni in cui il cadavere è stato trovato. Saranno comunque gli accertamenti scientifici ad accertarlo. L’autopsia è in programma lunedì.

Yara era scomparsa il 26 novembre scorso da Brembate Sopra (Bergamo), dopo un allenamento in palestra. Da allora nonera stata trovata nessuna traccia, nonostante imponenti ricerche da parte di forze dell’ordine e protezione civile. L’attenzione si era concentrata in particolare sul cantiere del nuovo centro commerciale di Mapello, a cui facevano riferimento numerose segnalazioni di anonimi.

Su richiesta dei familiari, dal 29 gennaio sulla vicenda era calato il silenzio stampa, con le troupe delle tv nazionali e locali invitate a lasciare il paese. Tra lettere anonime, medium,mitomani e anche malintenzionati (un uomo si era presentato al parroco dicendo che Yara era prigioniera nell’Est Europa, chiedendo soldi per liberarla.

LA VICENDA. Quella sera del 26 novembre, intorno alle 18.30, Yara, atleta di ginnastica ritmica, usciva dal palasport del paese, ma dopo 15 minuti il suo cellulare risultava spento. Gli investigatori ascoltavano familiari, amici, compagni di scuola, senza riscontrare elementi utili. Nel frattempo, la procura di Bergamo apriva un fascicolo per sequestro di persona. Le ricerche si concentravano in tutta la zona, soprattutto nel cantiere di un centro commerciale di Mapello dopo che i cani avevano fiutato tracce della ragazza. Un diciannovenne del paese, Enrico Tironi, raccontava di aver visto, proprioquella sera,la ragazzina parlare con due uomini vicino a un’auto rossa ammaccata. Gli inquirenti, però, ritenevano inattendibile il racconto del giovane. Il 5 dicembre Mohammed Fikri, 22enne marocchino e operaio nel cantiere di Mapello, veniva fermato a bordo di una nave diretta in Marocco: si sospettava un suo coinvolgimento a seguito di un’intercettazione telefonica ma l’ipotesi cadeva dopo che gli inquirenti riscontravano una traduzione errata delle sue parole in arabo e il biglietto della nave già prenotato da tempo. Altra ipotesi quella di un rapimento legato all’ambiente di lavoro del papà di Yara, Fulvio Gambirasio, la cui ditta la cui ditta avrebbe avuto rapporti con un’azienda coinvolta con la camorra. Azienda impiegata anche nel cantiere di Mapello. Ma l’uomo respingeva questi sospetti, dicendo di non avere nemici o qualcosa da nascondere. Il 28 dicembre i genitori di Yara lanciavano un appello televisivo ai sequestratori. Poi, il 15 gennaio, chiedevano il silenzio stampa a causa del pullulare di notizie distorte.

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