Federalismo, Lega apre all’Anci: decreto rinviato di una settimana

di Redazione

Sergio ChiamparinoROMA. Il Consiglio dei ministri ha deciso il rinvio di una settimana dei termini per il voto del parere sul decreto attuativo del federalismo fiscale sul fisco comunale che doveva essere esaminato nella commissione bicamerale entro il 28 gennaio.

Il rinvio è stato proposto dal ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli. “Il Cdm ha deciso una settimana di proroga per l’esame del federalismo municipale per approfondire le nuove proposte arrivate nella bicameralina, e non per un rinvio dell’esame – sottolinea Calderoli – Chiederemo in ufficio di presidenza della bicamerale che questa settimana corrisponda una definizione di orario, in modo che vi sia certezza dei tempi, perché la settimana sia sfruttata per approfondire le proposte, e non per un differimento dei termini”. “C’è la volontà del governo – ha detto Calderoli – di voler anche spaccare il capello su questo decreto e di proseguire sul cammino del dialogo. Con il ministro Tremonti e con La Loggia abbiamo concordato una serie di risposte positive a dei quesiti posti dall’Anci, ritengo che si sia ricomposta la posizione del governo rispetto alla stessa Anci e che ci sia un sostanziale accordo raggiunto con l’Anci”.

LA BOCCIATURA DELL’ANCI. Sottrazione di autonomia ai Comuni e incertezze non accettabili. E’ questo, in sintesi, il giudizio dell’Anci – Associazione dei Comuni Italiani – sul testo del decreto di attuazione del federalismo che riforma la fiscalità municipale, così come modificato dal governo. L’Anci, ha in ogni caso detto Sergio Chiamparino, “non si schiera”, perché “non ci sono le condizioni politiche per dire di sì o no”. Fatto è che l’Associazione ritiene che non sia possibile siglare sul provvedimento, così come è oggi, un’intesa politica. E lancia la sua proposta: una ulteriore fase di interlocuzione con il governo e con il Parlamento. La convocazione di una conferenza unificata straordinaria per discutere e modificare gli aspetti non soddisfacenti”, valutando meglio l’impatto che il decreto produrrà sulla finanza pubblica e su quella territoriale ed inserendo delle integrazioni. “A giugno, assumendomi anche qualche rischio politico – ha detto Chiamparino – ho ritenuto giusto che, di fronte ad un Governo che avviava un percorso, l’Anci facesse un’apertura di credito. Oggi, schierare l’Associazione su una posizione o sull’altra, significherebbe sottoporre l’Anci ad una torsione politica inaccettabile”.Ed a chi gli fa osservare come la Lega, attraverso le parole del ministro Calderoli, ritenesse dirimente il parere positivo al testo per la prosecuzione della legislatura, Chiamparino replica: “L’Anci non ha responsabilità di governo né di tipo parlamentare. Noi offriamo un percorso istituzionale, se si vuole trovare un accordo istituzionale con le rappresentanze. Avevamo – osserva – bisogno di inequivocabili posizioni di merito che dessero risposte”.

BOSSI: “O FEDERALISMO O VOTO”. Una bocciatura che rischia di far precipitare il governo, dopo l’out out di Umberto Bossi a Silvio Berlusconi, in un momento già delicato per il premier finito nella bufera per il caso Ruby (in cui il presidente del Consiglio risulta anche indagato per concussione e prostituzione minorile). Lo stesso Senatùr ha ribadito dopo il “no” dei Comuni di non essere disposto a fare nessuna marcia indietro: “Ieri abbiamo sancito che se non passa il federalismo, si va al voto. Berlusconi è d’accordo”. “Ma passa al 100%”, ha aggiunto ostentando sicurezza. Insomma, sembra proprio che sia questo l’unico filo a cui può appendersi il legame tra la Lega e il governo. Sul caso Ruby Bossi ha invece inviato un consiglio al premier: “Berlusconi deve essere più cauto. Tutti insieme devono abbassare i toni. Anche i magistrati”.

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