Assange libero su cauzione: “La giustizia non è morta”

di Redazione

Julian Assange“La giustizia non è ancora morta”. Julian Assange torna libero (dopo il pagamento di una cauzione di 200 mila sterline) …

… e commenta così la decisione del giudice Duncan Ouseley della Royal Court of Justice di Londra di respingere l’appello presentato dalle autorità britanniche contro il rilascio. “È magnifico sentire di nuovo l’aria frizzante di Londra”, ha affermato il fondatore di Wikileaks lasciando il carcere britannico di Wansdworth, dove era detenuto dal 7 dicembre scorso con l’accusa di stupro.

Assange ha ringraziato tutti coloro che nel mondo hanno avuto fiducia in lui, i suoi avvocati e chi ha concesso le fideiussioni “nonostante le grandi difficoltà e le avversità”. “Durante il mio periodo di confino in una cella, ho avuto tempo di riflettere sulle condizioni di coloro che nel mondo sono isolati e sono in condizioni più difficili delle mie”, ha spiegato il 39enne australiano. “Queste persone hanno bisogno anche loro delle vostre attenzioni e del vostro sostegno, spero di continuare il mio lavoro e di provare la mia innocenza”, ha aggiunto. Ora, in attesa dell’udienza sull’estradizione l’11 gennaio, il fondatore di Wikileaks dovrà risiedere nella villa dell’amico e sostenitore Vaughan Smith nel Suffolk e indossare il braccialetto elettronico e recarsi ogni giorno a firmare alla stazione di polizia. Il giudice Ouseley ha anche stabilito che la Svezia paghi le spese legali per l’appello alla Royal Court of Justice e quelle del procuratore britannico che ha rappresentato gli interessi svedesi. Nell’opporsi alla libertà su cauzione i pubblici ministeri hanno parlato di “concreto rischio di fuga” da parte del fondatore di Wikileaks.

L’udienza sul ricorso contro la libertà su cauzione è durata in tutto 90 minuti. Nell’affollatissima aula dell’Alta Corte c’erano, tra gli altri, la madre Christine e alcuni sostenitori del numero uno di Wikileaks come il giornalista John Pilger. La prossima udienza per l’estradizione in Svezia è fissata per l’11 gennaio, ma il procedimento potrebbe richiedere mesi. Gli Stati Uniti adesso ora puntano a incriminare Assange per concorso nella sottrazione di documenti riservati, in vista di una possibile richiesta di estradizione. L’obiettivo del Dipartimento di Giustizia statunitense è quello di scoprire se il fondatore di Wikileaks ebbe un ruolo attivo nell’operazione di duplicazione e invio all’esterno dei cablogrammi diplomatici per cui è stato arrestato l’analista dell’intelligence militare Usa, Bradley Manning.

Wikileaks nel frattempo continua a diffondere nuovi documenti. Da una comunicazione riservata dell’ambasciata Usa a Baku è emerso che diciotto mesi prima dell’incidente che provocò la marea nera nel Golfo del Messico, c’era stata un’esplosione su un’altra piattaforma della Bp, in Azerbaigian. Le rivelazioni rischiano di riaccendere la polemica negli Usa, dove l’amministrazione Obama ha appena annunciato di aver sporto denuncia contro la Bp e la compagnia assicurativa Lloyds in merito al disastro ambientale causato dall’incidente alla piattaforma Deepwater Horizon, dopo l’esplosione del 20 aprile.

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