Piazza (Pdl): “L’ultima Giunta non ha nulla di nuovo”

di Redazione

Giuseppe PiazzaMONDRAGONE. “Dopo un’interminabile crisi amministrativa, iniziata oltre un anno fa, la montagna ha partorito il classico topolino”. Lo afferma Giuseppe Piazza, dirigente cittadino del Pdl.

“La maggioranza Cennami, – continua Piazza – sottratta allo scioglimento da un incerto cavillo del Difensore Civico e salvatasi con l’approvazione del riequilibrio di bilancio dopo che il Consiglio Comunale lo aveva precedentemente bocciato, ha presentato l’ultima Giunta facendola passare come una composizione totalmente nuova.Premesso che cinque assessori su sette sono gli stessi di prima e, addirittura, con le stesse deleghe, dopo che si era gridato ai quattro venti che le attribuzioni dovevano essere calibrate sulle conoscenze professionali e sulle caratteristiche degli assessori, appaiono nella loro totale manifestazione tutte le incoerenze delle forze che sostengono la maggioranza”:

“Difatti – sottolinea Piazza- l’Italia dei Valori, che ad ogni Consiglio Comunale esprime la propria insoddisfazione sia nei confronti delle forze che compongono la maggioranza e sia nel modo di operare della Giunta, puntualmente e mestamente si china al sostegno del sindaco ad ogni votazione;’Proposta Democratica’, che dopo aver dichiarato in varie sedi di essere giunti al capolinea di una amministrazione completamente inerme, grazie al fattivo contributo del sindaco, ha palesemente fatto marcia indietro per riprendersi la sua bella fetta di potere; il Partito Socialista, in perenne fase dormiente, una volta assicuratosi il proprio assessorato, si è messo in un cantuccio ad aspettare l’evolversi della situazione; l’Udc, come facilmente previsto, è’scoppiato di salute’ deflagrando in tre componenti: quella storica petrelliana, la quale pur di salvare la poltrona di presidente del Consiglio ha sacrificato tutto il sacrificabile, anche il fedelissimo assessore Iandico. Quella dell’ex NuovaDc, che trincerandosi dietro la propria ex lista civica, che tira fuori ogni qual volta serve alla causa, ha ottenuto ciò che voleva e cioè la conservazione dell’assessorato, pur dichiarando da sempre che questa è una maggioranza che non tiene e che è pronta a lasciarla cadere. Il terzo troncone, staccatosi nel mese di luglio dal partito, è stato quello che ha compiuto le migliori giravolte, allorquando dichiarava ripetutamente ai cittadini, ai suoi elettori e alla stampa che la Giunta che governava pensava solo ai propri interessi e non a quelli della città, che non condivideva più nulla di quello fatto/non fatto dalla maggioranza e che, quindi, bisognava prepararsi a nuove elezioni. Tutto ciò in contemporanea con l’azzuffarsi giornalmente con il sindaco a suon di articoli e frasi offensive sui quotidiani (leggasi: dissidenti, poltronisti, sprovveduti, incapace politicamente, ecc.). Questo, naturalmente e ‘giravoltantemente’, prontamente rimangiato una volta ottenuto i famosi e sempre richiesti due assessori”.

“Il massimo dell’incoerenza, però, – continua Piazza – spetta al sindaco. Dopo essersi dimesso nel mese di giugno con l’impegno preso in Consiglio comunale di procedere all’azzeramento della Giunta per risolvere la crisi, pena il mancato ritiro delle dimissioni, ha praticato una prima giravolta ritirando le dimissioni senza che il quadro politico e amministrativo cambiasse. Non contento, a seguito del venir meno della maggioranza, nella seduta del Consiglio dell’8 ottobre, dichiarava che era arrivato il momento di dare la possibilità alla città di Mondragone di avere un nuovo governo, stante l’insussistenza della propria coalizione. Ma appena il Difensore Civico trovava un dubbio cavillo, effettuava una nuova giravolta su se stesso e indossava di nuovo le vesti – ormai lacere – di tessitore di incantesimi, al fine di partorire una nuova giunta che riuscisse ad accontentare un po’ tutti i contendenti.Questo è il nuovo che doveva amministrare, questi sono i partiti e le liste civiche che preannunciavano di fare cose eccezionali una volta vinte le elezioni”.

“Oggi – conclude il dirigente del Pdl – ci ritroviamo una città allo stremo, completamente ripiegata su sé stessa, priva di una guida che dia una benché minima prospettiva di gestione del territorio e con una maggioranza testardamente decisa a proseguire nella sua missione: l’immobilismo”.

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