Crollo Pompei, aperta inchiesta. Pd vuole sfiduciare Bondi

di Redazione

la Domus crollataPOMPEI. La Procura di Torre Annunziata ha aperto un’inchiesta sul crollo della Domus dei Gladiatori all’interno del sito archeologico di Pompei.

“Un atto dovuto, che serviràad accertare se ci sono state responsabilità”, riferisce all’Adnkronos il procuratore capo Diego Marmo, precisando che si tratta del secondo fascicolo aperto dalla magistratura sugli scavi di Pompei. Due fascicoli che, precisa il magistrato, “al momento non hanno alcun collegamento l’uno con l’altro”. “Il primo fascicolo è stato aperto qualche mese fa, in seguito alla denuncia di un sindacato, – spiega Marmo – e riguarda l’uso dei fondi per la ricostruzione del teatro di Pompei”. Quanto all’inchiesta aperta per il crollo della Domus, “dobbiamo capire perchè una Domus di duemila anni è crollata e verificare se ci sia un collegamento tra il crollo e l’ultimo intervento strutturale fatto sulla stessa”, spiega il procuratore, che aggiunge: “Se è vero, inoltre, quanto riportato dalla stampa, e cioè che sarebbe già stato lanciato un allarme nel 2006, dobbiamo verificare anche questo: se è vero, dovrà pur esserci un documento”. “Tutti adesso sostengono di non essere responsabili di quanto avvenuto a Pompei – prosegue Marmo – ma se ci sono responsabilità lo dobbiamo accertare noi, perchè fino a prova contraria questo è ancora il nostro lavoro”.

Sul fronte politico, il Pd è pronto a presentare una mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Cultura Sandro Bondi, ma chiederanno al ministro di riferire prima in Parlamento. L’intervento dovrebbe essere calendarizzato per mercoledì prossimo. In quella occasione, il Pd, una volta ascoltate le parole di Bondi, dovrebbe presentare la mozione di sfiducia nei suoi confronti. La conferma arriva da Dario Franceschini, presidente dei deputati del Pd: “Il Gruppo del Partito Democratico ha chiesto che il governo venga urgentemente a riferire in Aula sui vergognosi fatti di Pompei. Stiamo attendendo la risposta da parte del ministro Bondi ed è evidente che la gravità dei fatti fa ritenere che tra le cose possibili all’esito della informativa vi sia una mozione di sfiducia che naturalmente valuteremo insieme agli altri gruppi parlamentari”.

Ma le proteste contro Bondi arrivano anche da Fare Futuro, la fondazione vicina a Gianfranco Fini. Secondo Ffwebmagazine il crollo dell’Armeria dei Gladiatori ha messo il ministro di fronte a un interrogativo che non può eludere. Sotto accusa è di nuovo la politica dei tagli lineari adottata dal governo, anche nel campo della cultura. “Anche per il mondo culturale -osserva l’intervento – si è deciso di procedere con effetti annuncio, maquillage di marketing, ma i problemi non sono stati toccati. Ed ecco quindi le vergogne dei disastri di Pompei e Roma”. A chiedere di nuovo le dimissioni di Sandro Bondi è Fabio Granata, finiano, vicepresidente della Commissione Antimafia che aveva già chiesto al ministro di fare un passo indietro in occasione della convention di Fli a Perugia. “Bondi si faccia nominare ministro della Propaganda e si dimetta”, ha ripetuto con una nota.

Intanto, il crollo della Domus ha scatenato anche centinaia di messaggi sul web. Oltre 500 contatti nelle ultime 24 ore e commenti da tutto il mondo: Il crollo avvenuto all’interno degli Scavi di Pompei ha fatto il giro del mondo, e uno dei veicoli principali per diffondere la notizia è stato Facebook come spiegano i promotori del gruppo “Stop Killing Pompeii Ruins”. Il gruppo è diventato un “raccoglitore” di lamentele e rabbia dall’Italia e dagli amanti dell’archeologia di tutto il mondo. Così si possono leggere nelle ultime ore tantissimi commenti, anche in inglese.

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