Legittimo impedimento: atto finale in Senato. Protesta della sinistra

di Emma Zampella

 ROMA. Dopo essere stato approvato dalla Camera, il ddl sul legittimo impedimento, che prevede uno scudo giudiziario di 18 mesi per premier e Ministri, arriva in Senato sconvolgendo gli animi dell’opposizione che si difende dietro l’ostruzionismo.

La seduta che è stata prima aperta e poi chiusa, poi di nuovo aperta, ha raccolto le proteste della sinistra che si oppone a questo disegno di legge, presentando circa 1700 emendamenti. A prendere per primo la parola è Francesco Sanna del Pd che ha chiesto ed ottenuto, durante la seduta in Senato, maggior tempo per discutere relativamente alla correzione di alcuni punti del verbale relativo alla seduta precedente.

La sinistra tutta, Pd e Idv chiede più tempo per discutere di questo argomento che non può essere trattato frettolosamente. Si devono valutare ogni pro e contro e ogni loro conseguenza. E Renato Schifani, presidente del Senato, sembra accogliere la proposta: “Mi impegno a fare in modo che il dibattito avvenga con ampiezza di tempi per consentire l’illustrazione delle parti sostanziali di un provvedimento così delicato”. Ma se da una mano si da dall’altra si toglie: Schiafani infatti promette al Pd che si discuta del ddl in questione con maggior tempo, ma allo stesso modo ha anche invitato il centrosinistra “a selezionare e concentrare le proprie proposte riducendo il numero degli emendamenti presentati”.

L’Udc, che ha presentato 7 emendamenti,fa sapere dal suo canto che se il provvedimento non verrà modificato “il nostro voto – ha detto il presidente dei senatori Gianpiero D’Aliasarà l’astensione. Il testo presentato dalla maggioranza non rispecchia assolutamente la nostra proposta”. Opposizione forte che è sta presentata da tutta la sinistra. Secondo Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, “Il paese sta marcendo e noi siamo qui a discutere di legittimo impedimento e cioè sempre dei problemi del presidente del Consiglio. Il Pd, aveva annunciato la senatrice, intende denunciare che vengono violati i diritti dell’opposizione perché i tempi stabiliti e contingentati per la discussione del provvedimento sono ridicoli vista la delicatezza della materia trattata. Con questo ddl, aggiunge, si viola il principio di uguaglianza. Si certifica che chi è più forte, potente e ha più mezzi prevale su chi è meno potente”.

Per Antonio Di Pietro il ddl sul legittimo impedimento è una legge anticostituzionale sul quale sarà, alla fine, fatta giustizia, forse proprio dal suo partito. Riguardo l’ostruzionismo Di Pietro dice che: “l’Idv l’ostruzionismo l’ha fatto dal primo giorno e mentre informavamo i cittadini del pericolo in corso ci davano dei catastrofisti; oggi è dimostrato che c’è un governo che addirittura minaccia il capo dello Stato, ci auguriamo dunque che prevalga la resistenza a questo fascismo di ritorno”.

Ma la protestavisibilmente più forte proviene dalle senatrici del Pd, durante la seduta, hanno indossato una maglietta con su scritto “Etiamsi omnes, ego non”, “se anche tutti, io no”, che espone tanto la volontà a dire no alla legge sull’impedimento, quanto al decreto interpretativo salva-liste. La protesta ideata da Emanuela Baio, riporta alla luce quell’espressione utilizzata agli ispiratori del movimento tedesco di resistenza anti-nazista della Rosa Bianca.

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