Ospedale Marcianise, 22 medici replicano ad Adinolfi

di Redazione

Ospedale di MarcianiseMARCIANISE. A seguito di alcune dichiarazioni a mezzo stampa del professor Adinolfi, direttore dell’Uoc di Medicina dell’Ospedale di Marcianise, 22 medici del nosocomio marcianisano prendono carta e penna …

… e scrivono un duro documento che vuole difendere l’onorabilità e la professionalità degli operatori sanitari che lavorano nella struttura. Nel documento, oltre a stigmatizzare la presenza stessa dell’Università nell’Ospedale che, per stessa ammissione di Adinolfi, non trova traccia in nessuna convenzione, i medici contestano in particolar modo l’affermazione per cui le quattro sale operatorie non siano funzionanti per mancanza di attrezzature.

“S‘informi meglio, – dicono – Le confermeranno che le sale operatorie sono tutte perfettamente attrezzate e funzionanti e lei non fa altro che distribuire discredito nei confronti di chi nella struttura ci lavora. Si tratta di una vera e propria caduta di stile”. “L’ospedale di Marcianise – continua il documento – non è stato creato per diventare Università. Se tale comunque è il progetto di chi sta in alto la presenza dovrà essere aggiuntiva e non sostitutiva della componente ospedaliera. Al momento dobbiamo constatare che non esistono né spazi per la degenza, né strutture idonee di supporto all’Università. Dobbiamo amaramente registrare che la didattica e la ricerca non sono coerenti con le specifiche funzioni assistenziali dell’Ospedale perché non si può più parlare nemmeno di ospedale clinicizzato in quanto sono saltati reparti come quello di medicina, ortopedia, chirurgia. Ci si trova nella situazione paradossale di essere penalizzati rispetto ad altre strutture obsolete, come quella di Maddaloni, mentre il nostro Ospedale oltre ad essere nuovo è anche posizionato in maniera ottimale per essere raggiunto facilmente da tutto il comprensorio. Infine, concludono i medici, come si fa a parlare di eccellenza in ematologia quando il reparto non esiste? Come è possibile che non si conosca nemmeno il posto in cui si lavora?”.

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