Reggio Calabria, bomba esplode davanti al Tribunale

di Redazione

tribunale di Reggio CalabriaREGGIO CALABRIA. Un ordigno esplosivo di fabbricazione artigianale, ad alto potenziale, collegato ad una bombola del gas, è esploso intorno alle 5 di domenica mattina davantial tribunale di Reggio Calabria, in piazza Castello.

Nessun danno a persone, dal momento che, visto l’orario, non c’erano passanti nella zona. La deflagrazione è avvenuta davanti all’ingresso dell’ufficio del Giudice di pace che si trova accanto al portone della Procura generale. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria che hanno avviato le indagini e sequestrato i resti della bomba. Gli inquirenti al momento non escludono alcuna ipotesi.

ORDIGNO COLLOCATO DA DUE UOMINI. A collocare l’ordigno sono stati due uomini con il volto coperto da caschi da motociclista. Lo ha riferito il procuratore generale, Salvatore Di Landro: “Dalla telecamera di servizio – ha detto – è stato possibile notare che due individui, che indossavano i caschi e che sono giunti a bordo di un motorino, hanno depositato l’ordigno composto da una bombola di gas e da materiale esplodente. Siamo certi che si tratti di un grave attentato perpetrato dalla criminalità organizzata”.

DI LANDRO: “OBIETTIVO LA PROCURA”. Di Landro ha puntualizzato che in un primo momento si era sperato che il gesto fosse rivolto contro gli uffici del giudice di pace, ma successivamente, vista la potenzialità dell’ordigno e le modalità professionali con cui lo stesso è stato posizionato e soprattutto costruito, si è ritenuto che l’attacco avesse come obiettivo gli uffici della procura generale. “Voglio ricordare – ha detto Di Landro – che l’ufficio della procura si occupa della confisca e del sequestro dei beni, e dei procedimenti di appello contro le cosche della criminalità organizzata. Chiederò nel corso del vertice con il prefetto maggiori controlli delle forze dell’ordine e maggiore vigilanza dei nostri uffici, ma soprattutto un maggior controllo da parte degli uffici preposti”. Lo stesso procuratore ha riferito che le prime indagini saranno svolte dalla procura distrettuale di Reggio Calabria che è già al corrente e che successivamente passeranno per competenza a Catanzaro, tribunale competente dei reati contro i magistrati della Corte d’appello di Reggio Calabria.

ATTENTATO ANALOGO A BAR DEI PARENTI DI UN PENTITO. Un attentato simile a quello compiuto contro la Procura, con l’utilizzo di una bombola di gas ed esplosivo, si è verificato, sempre domenica mattina, ai danni di una pescheria situata nel quartiere Santa Caterina, alla periferia nord di Reggio, mentre un altro era stato compiuto prima di natale ai danni di un bar i cui titolari sono legati da vincoli di parentela con il collaboratore di giustizia Emilio Di Giovine, considerato dagli investigatori un boss della ‘ndrangheta operante a Milano e trafficante di armi e droga. Tra l’altro, recentemente, il suo avvocato ha chiesto la sua audizione da parte della Commissione sulle ecomafie dopo che Di Giovine avrebbe riferito di essere a conoscenza di particolari sull’affondamento di navi cariche di rifiuti tossici e radioattivi nei mari italiani.

NAPOLITANO: “PIENO SOSTEGNO A MAGISTRATI”. Appresa la notizia, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso ai dirigenti degli uffici inquirenti della città la sua solidarietà e la vicinanza del Paese a tutti i magistrati reggini. Il Capo dello Stato, si legge in una nota del Quirinale, ha manifestato il convinto apprezzamento e il forte incoraggiamento alla tenace azione, assieme alle forze dell’ordine, di contrasto della criminalità, assicurando il pieno sostegno delle istituzioni.

SOLIDARIETA’ DEL PROCURATORE GRASSO. “Esprimo la mia solidarietà al procuratore generale di Reggio Calabria e a tutta la magistratura della città che è stata vittima di un gravissimo atto intimidatorio”,afferma il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, il quale ritiene ancora prematuri i tempi per giungere a conclusioni investigative sull’attentato. “Anche se si tratta di una bomba rudimentale e certo non piazzata, – dice Grasso – vista l’ora in cui i due criminali hanno agito, per uccidere, gli attentatori hanno certamente ottenuto l’effetto che volevano”.

LOCRI: PISTOLA NASCOSTA IN OSPEDALE. Intanto, sabato sera nell’ospedale di Locri la polizia ha trovato nascosta in un cassetto nel reparto di medicina generale una pistola carica, che gli investigatori ritengono dovesse servire per un agguato all’interno del nosocomio. Nello stesso nosocomio, più volte commissariato per mafia negli ultimi anni, aveva a lungo lavorato come medico Francesco Fortugno, il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, ucciso a colpi di postola nel 2005.

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