Torna ‘Aversa Città d’Arte’ dal 5 all’8 giugno

di Antonio Arduino

 AVERSA. Cinque, sei, sette, otto. Saranno questi i quattro giorni di giugno dedicati alla riscoperta di Aversa città d’arte.

L’iniziativa, nata nel 2003 ad opera dell’allora assessore al turismo e spettacolo della prima giunta Ciaramella Rosario Ippone, messa nel dimenticatoio dopo tre riuscite edizioni, viene riproposta dall’attuale assessore alla cultura e vicesindaco Nicola De Chiara, promotore – va ricordato – anche della terza edizione. Obiettivo, ancora una volta, è lanciare la città nei circuiti turistico-culturali nazionali e, perché no, internazionali.

Per questo, insieme a visite guidate di chiese e edifici storici della città, nei quattro giorni di manifestazione verranno proposti spettacoli teatrali, concerti di musica classica napoletana, concerti di chitarre, balletti, musiche medievali, sfilate di moda. Il tutto suddiviso in capitoli che prendono nome dal quartiere cittadino in cui si svolgeranno gli eventi. Diventeranno così veri e propri palcoscenici “il quartiere”, “miezz’ ‘l’uort e’ vagne” , “’a via nova” e “’a trinita’”, dove sarà possibile ammirare il “certificato ritrovato” che attesta la nascita in Aversa del genio dell’opera buffa Domenico Cimarosa.

Ma non sarà questa l’unica curiosità proposta ai visitatori. Nella quattro giorni di turismo e arte “made in Aversa” sarà, infatti, possibile entrare in palazzi storici come quello dei Golia, in cui è stato ospitato Giuseppe Garibaldi alla vigilia della battaglia del Volturno che fu fondamentale per realizzare l’unità d’Italia, ammirare la berlina di gala usata da Re Carlo di Borbone e le preziose tele custodite nel Castello Aragonese e le opere conservate nel museo diocesano.

Insomma, ce ne saranno cose da vedere. Cose che potrebbero essere proposte ai turisti in ogni mese dell’anno e non solo il 5, 6, 7 e 8 giugno se davvero Aversa fosse una città a vocazione turistica. In realtà, stando ai fatti, come dimostra anche l’organizzazione di questo evento, è solo un modo di dire. Perché mentre si parla di lanciare Aversa nei circuiti turistici si permette che essa non abbia un vero ufficio turistico e si propongono iniziative con il metodo dell’improvvisazione, vale a dire senza una preventiva campagna d’informazione che vada più in la di un semplice manifesto affisso per le strade cittadine qualche giorno prima dell’avvio della manifestazione stessa.

In ogni altra città d’Italia, un evento come questo sarebbe stato pubblicizzato settimane, mesi prima, riempiendo di manifesti e locandine non solo i comuni vicini ma anche, o soprattutto, quelli fuori provincia e regione, come fanno anche i comuni dell’agro che propongono la “sagra del casatiello”, ma ad Aversa no. Ad Aversa si affiggono manifesti solo sette giorni prima dell’evento, quasi fosse un fatto privato, riservato alla stretta cerchia degli organizzatori. Non è così che si lancia Aversa come città d’arte.

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