Meredith, Sollecito in aula: “Io vittima di un errore giudiziario”

di Redazione

Raffaele SollecitoPERUGIA. È iniziata questa mattina, davanti alla Corte d’Assise di Perugia, la seconda udienza del processo ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia la notte di Halloween di due anni fa.

I due imputati, si sono seduti accanto ai loro avvocati a pochi metri di distanza uno dall’altro, ignorandosi a vicenda. Amanda è vestita con un paio di jeans, un maglioncino verde e con i capelli sciolti, mentre Raffaele indossa un maglione bianco a collo alto e un giacchetto color verde.

Sollecito ha preso la parola rendendo una dichiarazione spontanea: “Sono estraneo a tutto questo, non c’entro nulla. Non sono un violento, non ho fatto male mai a nessuno e mi risulta difficile uccidere anche una mosca. Mi ritengo vittima di un errore giudiziario. Mi sembra tutto irreale anche perchè sono del tutto estraneo a questa vicenda”.

È prevista oggi la testimonianza di nove persone citate dall’accusa. Tra questi gli agenti della polizia postale che per primi arrivarono nella casa del delitto, le persone che trovarono nel loro giardino i telefoni cellulari rubati a Mez e alcuni amici dei ragazzi.Sollecito e la giovane americana hanno sempre proclamato la loro estraneità al delitto. Per l’omicidioè già stato condannato a 30 anni di reclusione, con rito abbreviato, Rudy Guede. Anche lui siè sempre detto innocente.

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