7 settembre 1901, finisce la ribellione dei Boxer

di Redazione

7 settembre 1901, finisce la ribellione dei Boxer Accadde Oggi. Nel 1899 una associazione a carattere segreto “Yihe Quan” (società di giustizia e concordia), riconosciuta come dedita alle arti marziali (da qui il nome di boxer dei suoi componenti), avvia una campagna contro i missionari cristiani presenti in Cina.

L’attenzione si concentra geograficamente nell’area nord-orientale della Cina. L’imperatrice Cixi è tra le maggiori sostenitrici all’azione di “pulizia”. Alla base vi è lo sfruttamento che il Giappone e le altre grandi potenze occidentali stanno perpetuando nei confronti della Cina, dopo le sconfitte subite a seguito della “Guerra dell’Oppio” e della “Guerra cino-giapponese”. L’azione finale dei boxer si concentra su Pechino, dove gli stranieri sono costretti ad asserragliarsi nel quartiere delle delegazioni diplomatiche. L’imperatrice Cixi da ordine di avviare la rivolta, è il 18 giugno del 1900, dopo circa due mesi di battaglia strenua le forze “straniere” ricevono il supporto di una spedizione internazionale con forze inglesi, francesi, giapponesi, russe, tedesche ed americane. Pechino viene liberata e l’imperatrice e la sua corte sono costretti a ripiegare verso lo Xi’an. Il 7 settembre del 1901 interviene un trattato di pace che prevede il risarcimento dei danni a spese della Cina e la permanenza stabile delle truppe straniere a Pechino a difesa della varie delegazioni estere. Si innescano così le polveri perché la Russia tenti di espandersi in Manciuria, mentre la profonda crisi interna all’impero porterà la stessa Cina alla rivoluzione nazionalistica e repubblicana del 1911, che tenterà di portare fuori il paese dallo stato medioevale in cui versava.

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