Maiorano espone alla Reggia di Caserta

di Redazione

CASERTA. Una mostra personale in una delle regge più belle e affascinanti del mondo, la Reggia di Caserta, che ospiterà l’artista Serafino Maiorano, dal 4 ottobre al 4 novembre 2008.

Maiorano è nato a Crotone, vive e lavora a Roma. Fin dai primi anni Ottanta, ha realizzato diverse mostre personali e collettive, sia in Italia che all’estero. Il suo lavoro si caratterizza nei primi anni novanta, utilizzando la pittura su elaborazioni digitali. Le sue opere sono presenti in prestigiose collezioni private e pubbliche, come nella collezione del Ministero degli Affari Esteri della Farnesina a Roma. La mostra “Immagine Regia” di Serafino Maiorano, propone 12 opere di grandi formati, stampati su alluminio, tutte inedite, che testimoniano il suo percorso artistico fino ad oggi.

Il catalogo edito dalla Galleria Tornabuoni Arte Moderna e Contemporanea di Firenze presenta testi critici di Danilo Eccher e Martina Cavallarin. L’arte di Serafino Maiorano ha qualcosa di laico e spirituale, di misterioso e svelato, oscillando sempre sui differenti registri della memoria e delle intimità sospese.

Immagine Regia è una mostra che evidenzia un complesso di opere dall’accento maturo – fotografie elaborate in digitale e spesso ritoccate con impronte di colore, tra pennello e mouse- segni di un percorso iniziato dall’artista crotonese molti anni fa e che lo hanno visto tra i pionieri europei di questo linguaggio artistico.

L’obiettivo di Maiorano pone spesso l’accento sui luoghi, architetture d’interni e spazi caratterizzati da alte campate, sale maestose, pilastri e altezze vertiginose, abitati da persone o suggestionati da presenze di figure sospese, immagini tra il surreale e il futuribile, alienazioni date da macchie di rosso intenso e neri profondi.

Maiorano usa gli ambienti e li popola di oggetti, meta-personaggi di altri racconti e appartenenti ad altri luoghi – lampadari, tavoli, figure fluttuanti tra galleggiamenti e vuoti – per un lavoro di dissociazione e straniamento, dislocazione ed estraneità che rendono le sue opere personali e suggestive, tagliate a volte da una luce che rimanda al sacro e immediatamente rotta da un altro elemento che ci riporta ad una dimensione più prosaica e terrena.

Le suggestioni legate ad immaginazione e rimandi soggettivi sono spesso solcate dalla geometria della traccia appena leggibile di una mappa – pianta dell’abitazione dell’arista- per rivelare la claustrofobia dei luoghi conosciuti ed al contempo la necessità di barricarsi al loro interno, per sfuggire a sogni cupi e a realtà minacciose.

Le opere di Maiorano, grandi formati stampati su alluminio, final cut dal sapore cinematografico oscillanti tra il manuale e il tecnologico, collocano l’artista di diritto nel panorama più espressivo, originale ed interessante della pratica artistica contemporanea.

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