Rifiuti, ancora problemi nel centro storico

di Antonio Arduino

il sedile di San LuigiAVERSA. C’era una volta il maggio dei monumenti. L’iniziativa intitolata “Aversa città d’arte” fu presentata dal sindaco Ciaramella in conferenza stampa il 24 maggio del 2003.

L’idea, nata nella mente dell’allora assessore alla cultura Rosario Ippone, era quella di trasformare la città in “museo all’aperto” proponendo a residenti e turisti una serie di percorsi guidati attraverso le bellezze storico-artistiche di una città ricca di tesori culturali. Due i percorsi principali realizzati come altrettanti anelli. Uno, più grande, comprendente il Castello Aragonese, la chiesa di Santa Maria a Piazza, Santa Maria della Neve, via Rainulfo Drengot, la Cappella Santa Croce, la Via Santa Martachiesa di Sant’Audeno, l’Insula Santa Rita, la chiesa di San Rocco, l’Opg e il museo criminologico. L’altro, più piccolo, comprendente il Sedile di San Luigi, le chiese di Santa Marta, Santa Marta Minore, San Nicola, Sant’Agostino, la Cattedrale e il Museo Diocesano. Due itinerari, contrassegnati rispettivamente dai colori verde e blu aventi, l’unico obiettivo di rilanciare il turismo ad Aversa. Fu un successo, ripetuto nel 2004. Poi cambia l’assessore, ricambia l’assessore e di quel progetto che cosa è rimasto? Praticamente niente. La cultura ad Aversa oggi è rappresentata quasi esclusivamente da manifestazioni dedicate a Domenico Cimarosa, come se l’illustre concittadino avesse scelto di nascere ad Aversa mentre si sa che è stato solo un caso, come è accaduto e accade molte volte, tant’è che il genio della musica non è vissuto neppure per brevi periodi nella città. Però, quando si parla di cultura e di arte, gli assessori al ramo, fatta eccezione per alcuni eventi dedicati a Iommelli e Parente, non fanno che rievocare Cimarosa. E i percorsi verde e blu?Di quei percorsi, di quegli anelli non è rimasto niente o meglio se un avventuroso turista volesse seguirli potrebbe ammirare soltanto cumuli di rifiuti. Perché, malgrado l’amministrazione locale stia provvedendo a tenere più pulita la città, il prelievo dei rifiuti dimentica regolarmente le strade e le piazze del centro storico che contengono i tesori d’arte e cultura inseriti nel circuito museale all’aperto ideato dall’ex assessore Ippone. Due gli esempi più eclatanti. L’uno in piazza San Domenico dove c’è il Sedile di San Luigi (uno dei pochi del genere rimasti intatti in Italia), trasformato in discarica di mobili usati, malgrado sia distante una decina di metri dal palazzo del Giudice di Pace. L’altro è via Santa Marta che ospita sia l’omonima chiesa sia, nel vicoletto intitolato a Santa Martella, quella dedicata a Santa Marta Minore, entrambe datate XIV secolo. Due mete turistiche del percorso blu, diventato marrone grazie al mancato prelievo dei rifiuti e al disinteresse degli amministratori che parlano del futuro remoto, assai remoto, tutto da vedere se mai si realizzerà, annunciando nuovi investimenti nella zona che godrà di un finanziamento da 16 milioni di euro per il polo giudiziario, ma dimenticano il presente, l’oggi che è quello che viviamo già.

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