Scaringia e Pollini sulla crisi commerciale del Seggio

di Nicola Rosselli

Vittorio ScaringiaAVERSA. “La tendenza, al di là delle dichiarazioni di intenti, è quella di fare in modo che il centro storico si spopoli dei negozi”.

Vittorio Scaringia, responsabile dell’associazione “Le Botteghe del Seggio”, la strada commerciale per antonomasia di Aversa, anche se da qualche anno ha perso il suo ruolo, si fa portavoce delle preoccupazioni dei colleghi e lancia il grido di allarme per tentare di invertire il corso degli eventi. “Sono diversi – continua Scaringia – gli associati che la pensano in questo modo. Una sorta di decentramento di fatto già esiste. Alcuni tratti del Seggio e di via Sanfelice sono completamente abbandonati ed il timore è che questo stato di cose sia dovuto ad una volontà di spopolare il centro storico cittadino, al di là di quelli che sono gli intendimenti di facciata”. Il rappresentante dei commercianti di via Seggio e via Sanfelice evidenzia anche che “nel 2007 sono stati ben trenta gli esercizi commerciali costretti a chiudere i battenti ed una decina sono in procinto di chiudere. La crisi è forte e le colpe sono, come sempre, divise. Al momento non c’è alcuna infrastruttura a supporto della nostra attività, eppure il commercio è la prima risorsa economica di Aversa. Mi dispiace affermare certe cose, ma credo che l’amministrazione comunale debba dare risposte concrete, con fatti. Di promesse, negli ultimi due o tre anni, ce ne sono state fatte tante, ma i fatti ci stanno portando verso la desertificazione del Seggio”.

Sulla stessa scia di Scaringia e de “Le Botteghe del Seggio” anche il presidente cittadino e vicepresidente provinciale della Confesercenti Maurizio Pollini che ha dichiarato: “Siamo di fronte ad un vero e proprio vuoto di potere. Il commercio nella nostra città non ha alcun coordinamento programmatico a livello politico. Basti pensare che non abbiamo ancora un piano commercio e che questa circostanza ci ha fatto perdere la possibilità concreta di accedere a fondi regionali, a fondo perduto, per il rinnovo dei negozi. Un danno economico di non poco conto. Oggi non abbiamo nemmeno un interlocutore. In pochi anni si sono succeduti sulla poltrona di assessore al commercio sette o otto persone”. Sia Scaringia che Pollini, però, non si fermano alle critiche, ma avanzano proposte. “Da parte nostra –afferma il responsabile de “Le Botteghe del Seggio”- ci stiamo muovendo attraverso un consulente e sceglieremo tra due opzioni: elaborazione di un progetto unico da sottoporre alla regione nell’ambito dei “Paser” per consentirci la ristrutturazione dei negozi; un soggetto privato che rilevi i locali commerciali delle due strade per poi stipulare contratti con grandi marchi”. Pollini, da parte sua, rilancia ancora una volta, l’idea dei centri commerciali all’aperto. Un unico marchio, un’unica strategia di marketing. Una sorta di grande condominio tra commercianti di quella che una volta era la strada del commercio che richiamava anche le popolazioni dei paesi limitrofi.

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