Morti bianche? Colpa anche dei lavoratori

di Antonio Arduino

 AVERSA. Secondo le statistiche, ogni giorno gli incidenti sul lavoro sono responsabili di tre morti, cosiddette “bianche”, e di decine e decine di infortuni che producono, in chi ne è vittima, conseguenze inabilitanti permanenti. video

Per fermare il trend, il Governo ha varato un decreto legge che, almeno nell’aversano, potrebbe non raggiunge lo scopo. Ne è convinto Stefano Marotta di Federconsumatori2006 che rende noto il risultato di una mini indagine effettuata dall’associazione. “La ricerca è stata puramente di tipo conoscitivo. Finalizzata – precisa – a valutare il cosiddetto stato dell’arte in fatto di applicazione delle nome di sicurezza già in vigore”. Per questo Federconsumatori2006 ha eseguito una ricognizione dei tanti cantieri in attività ad Aversa, controllando – a vista – semplicemente se gli addetti rispettassero quanto meno le nome di sicurezza evidenziate dai cartelloni installati all’apertura dei cantieri. “Mi riferisco – riprende Marotta nel comunicare l’esito dell’indagine – all’uso del casco, dei guanti, delle scarpe e delle cinture di sicurezza. Il risultato è stato deludente”. “Perché – continua – fatta eccezione per l’uso del casco, adottato sporadicamente, tutte le altre norme ricordate dalla cartellonistica vengono ignorate dalla quasi totalità degli addetti, anche quando il cantiere è ben in vista per essere collocato in punti trafficati della città”. In pratica, secondo quanto riscontrato da Federconsumatori2006, chi resta vittima di un incidente sul lavoro spesso è il primo responsabile del danno. “Proprio così, perché – spiega Marotta, elencando alcune delle disattenzioni rilevate nel corso dell’indagine – non si può andare a spasso sui ponteggi passando dall’uno all’altro senza usare la cintura di sicurezza. Non si può effettuare il taglio di un metallo usando la sega circolare che produce schegge e scintille senza proteggere la vista. Né si può usare un montacarichi per materiali senza mettere il casco, specialmente se ci si trova sotto. Eppure c’è chi lo fa. E lo fa regolarmente, giustificando la scelta come fatto di comodità”. “A questo punto – domanda Marotta – viene da chiedersi se un decreto legge sia davvero sufficiente a limitare il numero delle morti bianche o se piuttosto non debba essere dato spazio a un operazione capillare di educazione alla sicurezza degli operai, affinché comprendano a che cosa vanno incontro ignorando le regole già esistenti. Disponendo anche controlli a vista sui cantieri da parte della polizia municipale”. “Sono certo – conclude – che già facendo osservare soltanto le regole esistenti si otterrebbero risultati immediati e significativi”.

In questo piccolo video ci sono immagini di due cantieri dove non vengono rispettate le norme di sicurezza: un operaio che usa il flex senza maschera protettiva e un altro su un’impalcatura senza casco e cintura di sicurezza.

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