Crisi in Ciad, Francia pronta ad intervenire militarmente

di Antonio Taglialatela

Carrri armati dellCIAD. Resta ancora preoccupante la situazione a N’Djamena, sconvolta in questi giorni da violenti combattimenti tra esercito e forze ribelli che vogliono rovesciare il govenro di Idriss Deby.

Quest’ultimo non è intenzionato a scendere a patti con i ribelli perché li ritiene “sconfitti” e “in fuga”. Nella capitale sono attesi i mediatori incaricati dall’Unione africana di riportare stabilità nel paese. Intanto, subito dopo la condanna da parte dell’Onu degli attacchi dei ribelli contro la capitale N’Djamena, la Francia alza i toni minacciando di intervenire militarmente contro i guerriglieri. Lo annuncia direttamente il presidente francese Nicolas Sarkozy: “Se la Francia è chiamata a fare il suo dovere, lo farà. Nel caso il Ciad fosse vittima di un’aggressione, la Francia avrebbe – metto il condizionale – i mezzi per opporsi a quest’azione”. Per Sarkozy l’importante è “lasciare il Paese tranquillo…ora che c’è la decisione del Consiglio di sicurezza che sostiene senza ambiguità il governo legittimo del Ciad”. In giornata erano circolate voci su attacchi aerei da parte dell’aviazione francese contro le postazioni dei ribelli. Voci smentite dall’Eliseo e dalle forze militari d’Oltralpe, anche se, come affermato dal portavoce dello Stato Maggiore Christophe Prazuck, i militari francesi sarebbero stati costretti a difendersi da attacchi: “Non abbiamo partecipato ai combattimenti… Quando siamo stati attaccati abbiamo solo risposto al fuoco”. La Francia, ricordiamo, nonostante non abbia più lo status di potenza coloniale in Ciad, detiene nel Paese interessi economici e un corposo contingente militare. Il conflitto ha comportato la fuga di migliaia di persone verso il vicino Camerun, mentre negli ultimi giorni la Francia ha trasferito nella sua base dello stato del Gabon circa 700 cittadini stranieri, tra cui 21 italiani. Più di mille sono le persone rimaste ferite nei combattimenti, in gran parte civili.

La cronaca, intanto, con le crisi in Kenya e in Ciad, ha fatto scivolare in secondo piano la grave questione in Algeria dove gli scontri tra l’esercito algerino e al Qaeda stanno sconfinando anche nei paesi limitrofi. L’organizzazione terroristica di Osama bin Laden, infatti, ha rivendicato l’attacco compiuto nella notte fra il 31 gennaio e il 1 febbraio contro l’ambasciata di Israele in Mauritania, nella capitale Nouakchott, dove sei uomini armati hanno aperto il fuoco ferendo tre persone. L’attentato avviene in seguito ai recenti appelli pubblici fatti da alcuni partiti politici mauritani affinché il governo tagli qualsiasi rapporto diplomatico con Israele. La Mauritania, che è una repubblica islamica, è uno dei pochi membri della Lega Araba che hanno una relazione con Gerusalemme. Proprio per l’alto rischio di attacchi terroristici vi è stata, di recente, la decisione di non correre la Lisbona-Dakar.

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