Berlusconi sicuro di vincere. Scontro con Di Pietro

di Antonio Taglialatela

Silvio Berlusconi ROMA. Silvio Berlusconi si dice sicuro della vittoria elettorale del 13 e 14 aprile e, in un’intervista a Radio Anch’io, parla addirittura dei primi provvedimenti che il suo governo adotterà.

A cominciare dall’emergenza rifiuti in Campania, la riduzione delle tasse a beneficio delle imprese e delle famiglie, tra cui l’abolizione completa dell’Ici, la detassazione degli straordinari, case per i giovani.In particolare, sulla questione dell’immondizia che ancora sommerge molte zone delle province di Napoli e Caserta, il Cavaliere afferma: “Sto studiando di notte come risolvere questa situazione che sta procurando danni incalcolabili”.

Sul piano elettorale, Berlusconi è tornato sulla rottura con l’Udc di Casini (“Io non ho parlato male di lui”) e sostenuto che solo due forze politiche hanno la reale possibilità di vincere, e sono il suo Pdl, che avrebbe il 46% nei sondaggi, e il Pd, al 36%. “Le altre formazioni politiche hanno solo il problema di superare la soglia per avere deputati e senatori. Noi pensiamo che i voti dati in quella direzione favoriscano la frammentazione e non la possibilità di governare. È una cosa ovvia che non può essere discussa né negata”.

Il candidato premier ha poi lanciato una frecciata al leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, alleato del Pd di Veltroni: “Io ho orrore di Di Pietro e lo dico alto e forte. E’ il campione delle manette”. In giornata l’ex pm di Mani pulite ha replicato: “Evidentemente Berlusconi comincia a temere il risultato elettore se impegna se stesso e quintali di inchiostro dei suoi giornali nella denigrazione dell’avversario, e per il solo fatto che in un’altra vita ho esercitato la funzione di pm facendo il mio dovere. Berlusconi – ha aggiunto Di Pietro – mi ricorda la storia della volpe e dell’uva. Anni fa mi voleva come ministro dell’Interno, oggi non mi vuole in Parlamento”.

Il Cavaliere, infine, si è detto disponibile al confronto tv con gli altri candidati premier: “Se la par condicio, legge voluta dalla sinistra, e colpevolmente tenuta in piedi in passato da qualche mio alleato, lo permette, perché no?”.

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