Romania, Basescu e il caso della “sporca zingara”

di Antonio Taglialatela

Traian BasescuBUCAREST. Il presidente della Repubblica rumena, Traian Basescu, ha perso il processo intentato contro di lui dal Consiglio Nazionale Antidiscriminazioni per il caso “sporca zingara”.

Lo rende ufficiale una nota di stamattina della Corte di Appello di Bucarest. Il fatto risale al 23 maggio scorso quando il presidente Basescu, al minimo storico nei sondaggi e nell’opinione pubblica, era protagonista in una strana vicenda di scandali. Si fece anche un referendum in cui i cittadini rumeni erano chiamati a decidere sul suo futuro. Il giorno prima delle elezioni il presidente in compagnia della moglie era in un noto centro commerciale di Bucarest, quando venne avvicinato da una giornalista di etnia rom della televisione Antena 1, e si rivolse a lei con un affermazione scandalosa: “Sporca zingara non voglio risponderti”. Il consiglio antidiscriminazioni immediatamente ammonì il Capo dello Stato. Il primo novembre la Corte di Appello di Bucarest ha ritenuto infondato il ricorso presentato dagli avvocati, Florentin Tuca e Robert Rosu, di fronte all’avvertimento che lo stesso organismo antidiscriminazioni aveva sottoposto a Basescu. L’avvocato del presidente sostiene che nell’istanza presentata dalla Corte di Appello di Bucarest in cui condanna Basescu non ci sia un testo di legge in base al quale il presidente sia passibile di sanzione e avvertimento da parte del Consiglio Antidiscriminazioni, concludendo che la sanzione sia del tutto nulla e che c’è bisogno di uno strumento di legge (speciale) che preveda questo reato da parte del Capo dello Stato. “Il presidente Basescu non ha posto in essere con la sua dichiarazione un’analisi comparativa e discriminatoria. Certamente dalla sua dichiarazione non si evince un perfetto scopo di voler violare dei diritti dell’etnia rom. Bisogna constatare che da parte del presidente Basescu non esiste assolutamente l’intenzione di voler discriminare qualcuno”. Queste le dichiarazioni dell’avvocato del presidente della Repubblica rumena all’uscita della Corte di Appello di Bucarest. Lo stesso Basescu si difende ancora oggi dicendo che ha fatto quella brutta affermazione: “in un momento di agitazione e di pressione da parte dei mass-media. L’affermazione – continua Basescu – è stata fatta in ambito privato in cui certamente non può essere esercitato il diritto di prova”. Subito pronta la risposta del Consiglio Antidiscriminazioni che, in una nota stampa diffusa in mattinata, smentisce il presidente Basescu sostenendo che: “L’affermazione, nonostante sia stata fatta in uno spazio privato, è stata registrata con un telefono. Il presidente della Repubblica deve stare attento a ciò che dice anche in un ambito privato visto che un’affermazione simile non è permessa anche al Capo dello Stato in uno spazio strettamente riservato”. Tutto questo succede a pochissimi giorni da un susseguirsi di avvenimenti in cui vedono protagonisti l’Italia e la stessa Romania. I Rom forse non sono solo un “problema” italiano!

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