Costo del pane, qualche ricerca sui prezzi

di Redazione

PaneAGRO AVERSANO. In questi giorni di caldo afoso l’estate è infiammata dalla polemica sui prezzi del pane. In risposta agli incontri convocati volta per volta dai sindaci dell’Agro (primo fra tutti, Nicola Pagano, sindaco di Trentola Ducenta), i panificatori hanno risposto con un manifesto in cui si rivendicava la giustezza dell’aumento del pane, corroborandolo con dati statistici, in cui sono riportati i prezzi in altre parti d’Italia.

schema prezzo panePerò c’è qualche inesattezza: ad esempio, si riporta che in Puglia il pane costi 2,50 euro al kg, quando per un kg di pane d’Altamura, acquistato oggi nel centro di Bari, si paga 1,60 euro, e a Roma 1,80 euro. Stiamo parlando di tipi di pane particolari, quindi che dovrebbero costare molto più di quanto riportato dal manifesto dei panificatori. Di certo, abbiamo un prezzo da capitale “europea” nell’Agro Aversano: a Madrid e Berlino il costo è rispettivamente di 2 e 2,10, mentre già Atene è molto più conveniente di Aversa o Trentola Ducenta, con 1,30 per un kg, secondo i dati di una ricerca dell’Ansa. Tornando in patria, vediamo come secondo un’indagine dell’agenzia HelpConsumatori.it, a Perugia un kg di pane costa 1,50, a Firenze 1,80€, 1,70€ ad Ascoli, 2 a Venezia e 2,10 a Roma. In provincia di Avellino e Benevento,il costo è di 1,50 e 1,40 rispettivamente. Ma ricercando le spiegazioni dell’aumento del prezzo del pane, ci imbattiamo in un articolo apparso su InformatoreAgrario.it, in cui è riportato uno studio di Confagricoltura sul prezzo del grano. Ebbene,secondo la Confagricoltura di Torino se i panettieri e i pastai decidessero di «scaricare» integralmente gli aumenti del costo delle materie prime sui listini dei prodotti finiti il costo del pane dovrebbe aumentare di 6 centesimi al kg, mentre il prezzo della pasta dovrebbe salire di 9,5 centesimi al kg. Ulteriori aumenti non potrebbero essere imputati all’aumento delle materie prime. In più,il costo del grano duro incide soltanto dal 5,5% al 7,7% sul costo finale. (www. informatoreagrario.it/ita/Riviste/Infoagri/Lia3007/pag13.asp).In più la Coldiretti denuncia che “i rincari annunciati su pane e pasta sono il frutto di speculazioni ai danni di imprese agricole e consumatori”. Lo denuncia Coldiretti Marche, sulla base di una ricerca sui prezzi dei cereali negli ultimi venti anni effettuata sulla base dei dati della Camera di Commercio di Ancona. “Il mercato del grano marchigiano ha avuto un crollo tra il ‘90 e il 2005, passando da 440 lire a 300 lire al chilo, ma non ci risulta che il pane sia costato di meno – spiega il presidente Giannalberto Luzi -. E non poteva accadere altrimenti. Oggi con un chilo di frumento, pagato 22 centesimi al chilo, si produce un chilo di pane venduto a 2,70 euro. In altre parole, il costo del grano incide per l’8% su quello della pagnotta. Non possiamo dunque tollerare che al danno causato ai produttori si aggiunga la beffa di sentirsi dire che ci saranno rincari fino al 20% su pane e pasta”. Scorrendo i dati camerali, nel 1985 il grano veniva pagato ai produttori circa 450 lire al chilo, mentre un kg di pane costava mille lire. Nel ’90 il prezzo del grano è sceso a 370 lire, eppure il pane è salito a 1.600. Il trend negativo prosegue nel ’95, quando il frumento arriva a 320 lire. Il pane è passato a 2.000 lire. La situazione rimane la stessa anche con l’euro. Dal 2002 al 2005 il grano viene pagato sui 16 centesimi, mentre il pane ha già iniziato la corsa che da 1,55 euro lo porterà agli attuali 2,70 euro (dato osservatorio prezzi Comune di Ancona) (http://www.ilquotidiano.it/articoli/2007/08/8/75934/coldiretti-i-rincari-annunciati-sono-il-frutto-di-speculazioni). Ci piacerebbe sapere anche cosa pensano i panificatori della zona delle dichiarazioni del Presidente dei Panificatori di Confartigianato Enzo Mengon che ha dichiarato il 10 agosto che “le nostre imprese sono riuscite a contenere gli aumenti del prezzo del pane entro il 6%, in linea con l’andamento inflazionistico. Infatti, in media il prezzo del pane è passato da euro 2,44 a 2,60 al Kg. Inoltre, poichè il consumo pro capite giornaliero è di 80-100 grammi, l’incremento di prezzo è veramente irrisorio e incide mediamente tra 1,3 e 1,6 centesimi di euro al giorno a persona”. Probabilmente il 6% ad Aversa e dintorni equivale al 100%… È interessante registrare le reazioni di chi va a fare la spesa: tutte le dichiarazioni della gente comune sono abbastanza unanimi. “Aumenta del 100% il pane, ma il mio stipendio non è raddoppiato”, dichiara Angela, un’insegnante mentre Gennaro, un pensionato, dice: “con 350 euro di pensione al mese vuol dire che potrò permettermi il pane qualche volta alla settimana, come succedeva tanti anni fa con la carne”. In più, è previsto un ulteriore aumento per settembre…a questo punto sembra in realtà che questa azione da vero e proprio trust petrolifero di vecchia maniera sia solo un modo per poter riuscire a trarre profitti nell’immediato, visto che il pane da sempre è nella dieta di ognuno di noi. Giungono segnalazioni di sospetti aumenti anche nelle pizzerie,lasciamo ai lettori di Pupia.tv di segnalarci nuovi aumenti in questa guerra estiva per il grano e affini.

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