Milano rifiuta mostra su omosessualità: Napoli fatti avanti!

di Redazione

locandina della mostra NAPOLI. Ormai le polemiche sono divampate. Vittorio Sgarbi offre a Napoli la possibilità di ospitare la mostra “Vade Retro” rifiutata dal sindaco di Milano Letizia Moratti; mostra di sculture, quadri e fotografie sul tema “arte ed omosessualità”.

“Suor Moratti” (come definita da Sgarbi) ha censurato la mostra considerandola “offensiva nei confronti di certe sensibilità” e considerandola semplicemente “una provocazione sterile contrabbandando arte quello che arte non è”; ma il sindaco Moratti conosce la sua città, conosce il mondo effimero della moda milanese (quella si che è arte!) motore trainante dell’economia della città lombarda, conosce la vita notturna milanese piena di droga e di prostituzione? Milano doveva scegliere se essere capitale Vittorio Sgarbieuropea oppure restare nel suo provincialismo nazionale. Il sindaco di Londra avrebbe permesso una mostra del genere? Penso proprio di si. Essere capitale europea, obiettivo più volte dichiarato dallo stesso sindaco, significa anche essere promotori delle diverse espressioni artistiche mantenendo anche possibili dubbi personali sul confine tra arte e “quasi pornografia” lasciando, però, al cittadino (che pagherà un biglietto di ingresso e quindi sceglie di vedere una mostra) l’opportunità di costruirsi una personale valutazione. Essere una gran città significa anche far pensare la città, far discutere i cittadini, far sviluppare una coscienza critica attraverso espressioni artistiche: una città viva o è questo oppure non può essere definita tale. E Napoli come reagisce a questa proposta di trasferimento della mostra a Castel Sant’Elmo? Iniziano ad esserci già i primi sussulti di fastidio, di indignazione. Napoli è stata sempre considerata città aperta, città dell’accoglienza, città della diversità, unica nel suo genere; non sfatiamo queste ultime certezze. Tra innumerevoli problemi, questa città merita di eccellere in alcuni settori: uno di questi è sicuramente l’arte, considerazione confermata anche dalle politiche degli ultimi anni con le aperture del Pan, del Madre, Capodimonte e pertanto lasciarsi sfuggire l’occasione di una mostra internazionale sembrerebbe innanzitutto un Letizia Moratticontrosenso in un piano complessivo di sviluppo artistico della città e, soprattutto, Napoli perderebbe l’occasione di non essere giudicata per i soliti problemi quotidiani. La sensazione che, dietro questi sussulti d’indignazione, ci siano preconcetti sul tema resta forte. E poi mi chiedo: questa capacità d’indignazione dove svanisce, quando si passeggia per la città e ci si presenta un patrimonio artistico completamente abbandonato a se stesso? Dove svanisce la vostra indignazione assistendo in maniera passiva a tante ingiustizie sociali, a strade come discariche, alla dilagante microdelinquenza, ai consiglieri comunali assenti ed in ogni modo pagati? Forse a Napoli si è sviluppata la capacità dell’ipocrisia e del perbenismo che ha sostituito la capacità di indignarsi, elemento fondamentale nell’equilibrio del vivere civile. Allora Napoli, accetta questa sfida; fallo per il riscatto intellettuale dei tuoi cittadini, così umiliati quotidianamente.

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