Occorreva un presidente di garanzia

di Redazione

Paolo SantulliAVERSA. Mancanza di democrazia, protervia, carenza di un disegno progettuale, slanci fasulli verso l’opposizione. Il giorno dopo il consiglio comunale di apertura del Ciaramella bis, l’opposizione di centro sinistra commenta quanto avvenuto in aula, composizione della giunta compresa.

Prese di posizione che, però, non intimidiscono il primo cittadino che sottolinea come Mimmo Rosatoil suo operato sia stato determinante per cambiare in meglio il volto della città con il riconoscimento da parte degli aversani che lo hanno premiato con un secco 60% dei suffragi, a fronte del secondo avversario che è lontano oltre trenta punti in percentuale. «Siamo di fronte ad un’esecutivo – afferma Domenico Rosato, candidato a sindaco di Rc e Pdci, rappresentante della sinistra, nel commentare la nomina dei nuovi assessori- che in buona parte è lo stesso dell’altra volta e questo genera la conseguenza che continuerà come prima: non c’è un progetto di città, né di disegno di partecipazione dei cittadini. Faranno certamente tante cose e noi ce le troveremo addosso senza sapere nulla. Spero che si adotti un metodo diverso, con maggiori aperture non solo in consiglio comunale ma anche in città, tra i cittadini». Sulla stessa scia le dichiarazioni di Paolo Santulli (nella foto), altro candidato a sindaco, per Udeur e Nuovo Sud, che in consiglio aveva tentato un’apertura ad una nomina condivisa del presidente del consiglio comunale. L’ex parlamentare ha dichiarato: «Era nostra intenzione iniziare con il piede giusto, trovare delle sinergie ed evitare contrapposizioni. Il sindaco ha preparato un bel discorso, ma lo avrà fatto molto tempo fa e non lo avrà riletto, visto che prima di proporlo in consiglio ha pronunziato affermazioni che sono in antitesi. Avevamo chiesto un presidente unitario, loro parlavano di apertura, ma è stato solo il solito predicare bene e razzolare male. Da qui la nostra astensione dal voto». In merito alla giunta l’esponente Udeur ha sottolineato che «si ripetono esperienze assessoriali che credo non aiutino né l’amministrazione né la città a decollare. Basta considerare che tutti quelli che erano precedentemente consiglieri ed hanno fatto poi gli assessori sono cresciuti a livello di preferenze. Da qui deduco anche un aspetto clientelare della loro gestione». Scettico anche l’unico consigliere della Margherita, Amedeo Cecere, che ha dichiarato: «Pur sedendo tra i banchi dell’opposizione, ho cominciato a partecipare ai lavori del consiglio comunale con spirito di collaborazione nell’interesse della città. Tuttavia, devo con rammarico registrare che già nella prima seduta d’insediamento del consiglio, all’atto dell’elezione del presidente del consiglio comunale, la maggioranza ha fatto prevalere unicamente la forza dei numeri».

Il Mattino

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