Ambiente, Fumo: “Occorre sinergia tra i Comuni dell’agro”

di Antonio Taglialatela

 AVERSA. La situazione ambientale dell’agro aversano presenta problematiche tali da aver fatto scattare nel Ministero della Salute un approfondimento statistico-epidemiologico sullo stato della salute della popolazione e sulle principali cause di decessi nelle nostre zone.

La responsabilità dei problemi “sanitari” è sempre stata attribuita allo smaltimento feroce ed illegale di rifiuti (Rsu, Tossici e/o Nocivi); mentre sicuramente c’è da prendere in considerazione anche la qualità dell’aria , del suolo e delle acque in relazione agli insediamenti produttivi, sia artigianali che industriali, ed alle attività umane. Uno dei primi assertori di tale teoria è l’ingegnere chimico Enzo Fumo, vicepresidente e responsabile del settore Ecologia ed Ambiente dell’ Associazione “Ambiente e Vita” di Aversa, da sempre impegnato nella ricerca di soluzioni ai problemi ambientali. “L’analisi un poco più a largo respiro – esordisce Fumo – da me intrapresa fin dall’anno 2000 sta incominciando a far emergere che le cause e le responsabilità dello stato dell’ambiente debbano ricercarsi anche in quei settori produttivi scarsamente controllati e nel degrado in cui siamo costretti a vivere. L’aver preteso che la società Set (gestore della seconda centrale elettrica Turbogas di Teverola) installasse delle centraline di monitoraggio più complesse rispetto a quanto richiesto dai vari Ministeri, ed in zone ben precise, sta permettendo di valutare la reale problematica di Teverola e, in più ampia scala, delle città e dei paesi limitrofi. E’ necessario, quindi, che i comuni ed i cittadini dell’Agro aversano prendano in mano le proprie sorti in materia ambientale, istituendo un ‘consorzio intercomunale sull’energia e l’ambiente’ che agisca da supervisore, con opportuni strumenti ed in maniera sinergica, nell’analisi e controllo globale dello stato ambiente (aria, acqua, territorio, salute , attività produttive,smaltimento dei rifiuti ,attività umane , etc.). La polverizzazione delle attività in aree ASI, PIP, Piani di sviluppo, aree di preferenza, fa si che non si riesca ad avere una visione globale degli insediamenti produttivi e fa si che non si riescano a seguire i dovuti controlli la centrale termoelettrica di Teverolatesi al rispetto delle norme di legge (controllo sulle emissioni gassosi e liquide, inquinamento del suolo e delle acque, rumore) al fine di distinguerli da quanto causato dal traffico veicolare e dalle attività umane in genere. Questo osservatorio permanente dovrà essere finanziato dai comuni partecipanti con esplicita richiesta di contributi agli organi provinciali,regionali e centrali. Dovrà essere un organo tecnico in grado di esprimersi anche in merito ad eventuali future richieste di insediamento di attività imposte a vari livelli, sollevando le amministrazioni comunali dalla necessità di chiedere a consulenti esterni pareri e perizie su problematiche difficilmente affrontabili dagli assessorati e dagli uffici tecnici. Si dovrà avviare una ‘mappatura’ su scale extra comunali per individuare fonti di emissioni inquinanti che, anche a notevole distanza, possano ricadere sul territorio. A titolo di esempio si individua subito uno dei compiti che dovrebbe essere di competenza dell’Osservatorio Permanente: l’annunciata collocazione ad Aversa delle due centraline per il monitoraggio dell’aria avverrà in modo da implementarle con quelle già in funzione dal settembre 2005 a Teverola o interesserà solo il territorio di Aversa? La politica delle forzature e/o delle elargizioni fatte ai singoli comuni su problemi tanto dedicati scompariranno e, il sistema di dividere per comandare, che ci ha regalato due centrali elettriche a Teverola, una a Orta d’Atella e l’altra a Sparanise, non dovrà più coglierci di sorpresa!”.

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