Tessitore alla partita del cuore con Cannavaro

di Redazione

Antonio TessitoreVILLA LITERNO (Caserta). Alla fine è mancata solo la vittoria del Napoli, ma già così è stata una giornata da non dimenticare per Antonio Tessitore, giovane Liternese malato di Sclerosi Laterale Amiotrofica, consigliere nazionale dell’associazione “Luca Coscioni”, che è stato per la prima volta in uno stadio per assistere a Napoli-Modena.

E non sarà l’ultima. Perché Antonio è stato avvicinato da Giuseppe Segneri, responsabile alla logistica della Partita del Cuore che si terrà a Napoli il prossimo 28 Maggio, invitandolo ufficialmente all’evento. Lo staff organizzativo si metterà in moto per far accomodare Antonio a bordo campo e farlo incontrare con Fabio Cannavaro, oggi capitano della Nazionale Italiana Campione del Mondo, ma oltre 10 anni fa commilitone di Antonio nel 2° Reparto speciale atleti, al Centro Direzionale di Napoli. A Fabio, Antonio chiederà di divulgare il suo appello per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni di vita dei malati Sla, una malattia che non è ancora molto conosciuta, ma che si sta diffondendo in modo esponenziale. Attraverso l’associazione “Luca Coscioni”, Antonio si sta attivando da anni per portare all’attenzione delle istituzioni regionali il progetto “Libertà di Parola”, per fare in modo che i malati non siano più costretti a pagare di tasca propria le costose attrezzature informatiche che permettono di Tessitore sul “comunicare con gli occhi”. Per lui lo ha acquistato il Comune di Villa Literno (primo caso in Italia) ma tante altre persone rischiano di rimanere prigioniere del proprio corpo se non si interverrà in tempo. Il progetto è stato già sottoscritto da Comune di Villa Literno e Provincia di Caserta. “Manca la firma di Bassolino, che attendiamo da quasi un anno”, ha detto Antonio. Nel frattempo, lo scorso mese di Marzo, il Ministro Turco ha annunciato lo stanziamento di 10milioni di Euro per tale finalità. Altro appello, ai gestori dei lidi del Litorale campano, per l’acquisto di Job, acronimo tutto partenopeo che sta per “Jamme o bagno”, speciale sedie a rotelle gonfiabile, che consente agli handicappati di andare in spiaggia e fare il bagno a mare. Un appello che Antonio ha sintetizzato con la frase: “Non chiediamo una vita normale ma toccare di nuovo l’acqua del mare”.

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