Aversa, spazzatura contro De Luca: Potere al Popolo controdenuncia per diffamazione

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – «Intanto ci hanno definito camorristi, squadristi e attentatori non solo il governatore, ma anche i giornali per quella che è stata solo una lieve contestazione a Vincenzo De Luca. Nessuno, invece, stampa compresa, ha preso le difese di semplici cittadini». Non ci stanno gli attivisti dei comitati di protesta contro la Terra dei Fuochi a passare per violenti e con Gianni Giovine, aderente a Potere al Popolo, raccontano una diversa versione di quella mattina del 30 novembre scorso quando il presidente della Regione Campania, ad Aversa per la firma di un protocollo d’intesa sui programmi delle città sostenibili, fu raggiunto da un sacchetto di rifiuti.

«Ancora una volta – continua Giovine – devo ammettere che non è la realtà quella riportata o quella che hanno raccontato. Dapprima c’è un aggressione ad un giovane di 18-19 anni da parte di un poliziotto. Aggressione immotivata da parte dell’agente che con un pugno ha letteralmente steso il giovane su una macchina continuando a dargli addosso e solo l’intervento di alcuni di noi ha evitato il pestaggio che questi voleva continuare. Poi c’è De Luca che si avventa contro Arianna Organo, la donna con il cartello. Come l’ha vista, il governatore le si è scaraventato addosso e solo il lancio di un sacchetto ha evitato il peggio». «Ma, poi, le immagini – ha continuato – dove sono se neanche noi abbiamo avuto il tempo di riprendere perché il tutto è successo in meno di un minuto? I fatti, insomma, sono ben altri».

Da qui il prosieguo del racconto di quella mattinata: «Eravamo tutti presenti alla kermesse al terzo piano del comune, giù i poliziotti ci hanno chiesto i documenti. Gli sono stati consegnati, fotocopiati e registrati, altro che immagini. La mattina si è preso il caffè al bar Roma vicino al sindaco Alfonso Golia, al presidente del consiglio comunale Carmine Palmiero e ad altri sindaci, tra cui Pozziello di Giugliano». «All’arrivo di De Luca – continua Giovine – non c’è stata contestazione alcuna, anzi eravamo curiosi di capire bene la natura di questi fondi, che dal 2014 erano stati stanziati e bloccati da de Luca, e che finalmente venivano sbloccati per il Leonardo bianchi e per parte della Maddalena. La contestazione è avvenuta perché lui in aula consiliare ha preso in giro i comitati affermando di nuovo che noi eravamo visionari e che eravamo colpevoli di istigare alla isteria popolare per la terra dei fuochi». «Questa, e solo questa – conclude l’attivista ambientalista – la realtà dei fatti, la verità. Ed è per questo che i nostri legali presenteranno una controdenuncia per diffamazione nei confronti di De Luca e di alcuni organi di stampa che hanno raccontato e continuano a raccontare altro».

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