Aversa, mercato ortofrutticolo: Comune chiede 1,5 milioni a 15 concessionari

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – 15 ingiunzioni per 1 milione e mezzo di euro complessivi. Questa la somma che l’amministrazione comunale di Aversa ha richiesto ad altrettanti concessionari degli spazi nel mercato ortofrutticolo di viale Europa. Ad essi, infatti, sono giunte richieste di arretrati per una media di 100mila euro per ognuna di esse, pena il mancato rinnovo della concessione. Per molti una prova che l’amministrazione non vuole riaprire la struttura chiusa per motivi sanitari lo scorso 10 ottobre; per altri, semplicemente, che mai richiesta poteva giungere in maniera più inopportuna ed intempestiva.

Fatto sta che sono in tanti a plaudire all’iniziativa che, da quanto è dato sapere, non sarebbe stata avviata per impulso della maggioranza di centrosinistra guidata dal sindaco Alfonso Golia, ma semplicemente dalla dirigenza del settore. «Con la chiusura della struttura di viale Europa – fanno notare dal settore della politica – si è scoperchiato un buco nero ed ora c’è chi teme un intervento della Corte dei Conti, come già avvenuto in altri settori, e cerca di correre ai ripari». Insomma, un’iniziativa tardiva e, forse, inopportuna, considerato il momento per alcuni, mentre per altri è giusto che chi deve pagare paghi, utilizzando, poi, il riscosso per ristrutturare al meglio il mercato desolatamente chiuso, oramai, da due mesi e mezzo esatti.

Da parte loro, gli operatori ricordano che, fermo restando che è giusto che chi deve pagare sia costretto a farlo, con le amministrazioni comunali passate si sono avute diverse vicende giudiziarie che sono tutte, indistintamente, terminate con la loro vittoria, ossia che una serie di tributi non sarebbero dovuti, come ha riconosciuto anche la Cassazione con più di una sentenza. Insomma, come se non bastasse la permanenza della chiusura del mercato a rendere gli animi nervosi, è giunta questa sorta di “bomba ad orologeria” costituita da queste ingiunzioni con le quali si chiede di versare somme ingenti ad imprenditori che da poco meno di tre mesi non hanno messo in cassa nemmeno un centesimo a causa della chiusura forzata della struttura.

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