Addio all’attore Carlo Croccolo, l’alter ego di Totò

di Redazione

Lutto nel mondo del cinema per la scomparsa dell’attore napoletano Carlo Croccolo, spentosi all’età di 92 anni. Una vita straordinaria la sua, come straordinario è stato il suo talento. I funerali si terranno domenica 13 ottobre, alle ore 16, nella chiesa di San Ferdinando, in piazza Trieste e Trento, a Napoli.

Ha lavorato nel cinema sin dagli anni Cinquanta accanto ai più grandi attori italiani, da Totò Eduardo e Peppino De Filippo, in oltre 100 film. Con il Principe De Curtis ha recitato in “47 morto che parla”, “Miseria e Nobiltà”, “Totò lascia o raddoppia?” , “Signori si nasce”. Oltre ad avergli fatto da “spalla” in tanti sketch comici, a Totò Croccolo prestò anche la voce negli ultimi film della sua carriera, quando il Principe era quasi cieco. Ed è stato sempre lui a doppiare negli anni ’50 e ’60 entrambi i personaggi di Stanlio e Ollio.

Celebre anche la sua partecipazione al film con Vittorio De Sica “Ieri, oggi, domani”. E’ stato vincitore di un David di Donatello nel 1989 per la sua interpretazione di “‘O re”, il film storico di Luigi Magni. Tra le interpretazioni più note degli ultimi anni quella del padre della sposa in “Tre uomini e una gamba” (1997) con Aldo, Giovanni e Giacomo.

Anni fa rivelò di aver avuto una storia d’amore nientemeno che con Marilyn Monroe. Era l’aprile 2018, lui aveva 81 anni e interpretava all’epoca in tv il ruolo del pescatore Totonno nella fiction Capri: ”Si’, purtroppo è vero. Marilyn Monroe e io abbiamo avuto una storia d’amore. E’ durata soltanto tre mesi ma io ero pazzamente innamorato di lei. Solo che stare con lei era un inferno e io, alla fine sono fuggito”, disse l’attore partenopeo, svelando anche curiosi dettagli della breve e tormentata love story in un’intervista a Tv Sorrisi e Canzoni. ”Ho conosciuto Norma Jean Baker (vero nome dell’attrice, ndr.) – disse Croccolo – nel periodo peggiore della sua vita: sarebbe morta circa un anno dopo, nel 1962. Lei era appena uscita da una casa di cura e stava combattendo con una brutta depressione arrivata dopo la fine della storia con Yves Montand.

Lui l’aveva trattata malissimo e lei aveva sofferto molto, come era accaduto anche con Arthur Miller, il suo terzo marito, un mascalzone che la maltrattava e la picchiava. L’ho incontrata a una festa a Los Angeles, attraverso Sammy Davis e l’entourage del presidente John Fitzgerald Kennedy. Io me ne stavo in disparte finché non ho visto lei. Abbiamo iniziato a parlare e poi…è cominciata così, come cominciano tante storie”. L’attore, poi, rivelò un dettaglio fisico: ”Marilyn era stupenda anche se aveva un po’ di cellulite. Quando è iniziata la nostra storia, Norma già prendeva eccitanti e beveva. Il suo fisico aveva cominciato a risentirne. Per tutto il tempo che siamo stati insieme ho fatto di tutto per farla smettere. Purtroppo non ci sono riuscito. Certo, non era facile fare il cavalier servente, nemmeno per una donna così straordinaria, ma era l’unico modo per stare insieme a Norma. Dovevi accettare tutto di lei, anche il fatto che, magari ubriaca, conosceva uno e spariva con lui per giorni. Io l’ho accettato finché, un giorno, non ce l’ho fatta più e sono fuggito”.

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