La Chiesa apre ai preti sposati. Papa Francesco: “Riformare salvando la tradizione”

di Redazione

Il Sinodo dei vescovi sull’Amazzonia apre ai preti sposati, alla possibilità per l’area di “ordinare sacerdoti uomini idonei e riconosciuti della comunità, che abbiano un diaconato permanente”.  Nessun passo in avanti per le donne: la questione del diaconato è rimandata alla riapertura della Commissione istituita dal Papa e che era arrivata a “risultati parziali”. Arrivano invece i peccati “ecologici” e l’idea di un rito ad hoc per l’Amazzonia.

Ecco alcuni degli elementi che emergono nel documento finale del Sinodo dei vescovi per l’Amazzonia. Un documento che è stato consegnato al Papa al quale spetta l’ultima parola. E Bergoglio ha espresso l’auspicio che “entro l’anno” possa pubblicare la sua Esortazione apostolica in materia, o comunque un documento. Il Papa nel suo discorso conclusivo ha parlato delle “elite cattoliche” che nel documento finale del Sinodo sull’Amazzonia “andranno a cercare le cosette e si dimenticheranno del grande. Mi sono ricordato di una frase” in cui si dice che ci sono persone che “siccome non amano nessuno, credono di amare Dio”, “perdono il contatto con le sfide che affronta l’uomo di oggi e si illudono di stare con Dio”.

Il Papa ha ribadito che la Chiesa deve “essere sempre riformata”, salvando però “la tradizione che è la salvaguardia del futuro, non la custodia delle ceneri”. Su possibili nuovi riti, che tengano conto della cultura locale, il Papa ha invitato a “non avere paura”. Il Sinodo dei vescovi sull’Amazzonia chiede dunque la possibilità per l’area amazzonica – anche se “alcuni si sono espressi a favore di un approccio universale all’argomento” – di “ordinare sacerdoti uomini idonei e riconosciuti della comunità, che abbiano un diaconato permanente fecondo e ricevano una formazione adeguata per il presbiterato, potendo avere una famiglia legittimamente costituita e stabile”. Per questo occorre stabilire “criteri e disposizioni da parte dell’autorità competente”. Il paragrafo è stato approvato superando i due terzi dei voti richiesti ma ha registrato il maggior numero di no: 41 (128 i sì). Tutti i paragrafi comunque hanno ricevuto i due terzi utili per il “placet”.

I vescovi amazzonici forse non hanno gradito la “frenata” rispetto alle loro richieste iniziali, i viri probati e le donne diaconesse, tanto che, un po’ irritualmente, hanno pubblicato anche un loro messaggio nel quale hanno sottolineato: “Dobbiamo stare attenti a coloro che non vogliono cambiare nulla, che vogliono che le cose finiscano qui, e anche fare attenzione ai profeti di sventura”. E aggiungono: “Il documento finale di questo Sinodo sarà uno strumento molto importante, ma non è il documento che determinerà i nuovi percorsi”.

Arriva, infine, dal Sinodo la proposta di individuare “il peccato ecologico come un’azione o un’omissione contro Dio, contro il prossimo, la comunità e l’ambiente”.  Questi peccati risiedono “in atti e abitudini di inquinamento e distruzione dell’armonia dell’ambiente”.

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