Trieste, poliziotti uccisi: il video della sparatoria

di Redazione

La Polizia ha diffuso alcune immagini della sparatoria avvenuta venerdì in Questura a Trieste in cui sono stati uccisi gli agenti Pierluigi Rotta, 34 anni, di Pozzuoli (Napoli), agente scelto, e Matteo Demenego, 31, di Velletri (Roma), agente, da Alejandro Augusto Stephan Meran, 29 anni, originario della Repubblica Dominicana.

In fuga dalla Questura con due pistole in mano sparando colpi ad altezza d’uomo verso il piantone e poi una volta fuori tenta invano di aprire la portiere di una volante e si dirige verso la Panda della Squadra Mobile che fa velocemente retromarcia. Poi si ripara dietro le auto parcheggiate. Sono alcuni dei frammenti del video diffuso dalla Questura di Trieste sulla sparatoria avvenuta venerdì scorso e che inquadrano l’assassino dei due agenti Alejandro Stephan Meran.

“Ho passato 15 mesi a spiegare che la Polizia non è di Salvini o della mia cara amica e collega Lamorgese. E’ un’istituzione del Paese e se la lasciamo al riparo da queste etichettature facciamo un piacere al Paese”. Lo ha detto il capo della Polizia, Franco Gabrielli, al programma ‘L’aria che tira’ su La7. “Non c’è correlazione tra l’ipotetica inefficienza della fondina e l’episodio che ha visto la morte dei colleghi” della questura di Trieste. Il tema degli approvvigionamenti “esiste comunque, perché abbiamo finanziamenti schizofrenici e siamo perennemente in affanno” ha detto Franco Gabrielli. Quello che è successo, ha spiegato Gabrielli, “appartiene all’ambito dell’imponderabile che c’è anche nel nostro lavoro. Quando si esercita un pietoso giudizio negativo sull’operato di questi ragazzi, ci si dimentica del contesto” in cui è avvenuto il fatto; “si parla di una persona che aveva rubato un motorino”, non di una cosa più grave. “Assurdo – aggiunge – è termine consono per questa vicenda”.

Secondo il capo della polizia “un plauso ai colleghi della questura Trieste. Abbiamo pagato un prezzo altissimo, ma la professionalità dei colleghi di Trieste ha impedito che la dimensione della tragedia fosse molto più ampia. L’assassino aveva due pistole in mano e a 150 metri dalla questura c’è piazza dell’Unità d’Italia e se l’assassino l’avesse raggiunta avremmo pagato un prezzo più alto”.

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