Santa Maria CV, diploma alla memoria di Fra Alberto Prodomo, vissuto a Gerusalemme

di Redazione

Un diploma di benemerenza alla memoria al sammaritano Padre Fra Alberto Prodomo, ofm, francescano della Custodia di Terra Santa, vissuto nella Terra della Redenzione, tra Gerusalemme ed Il Cairo fino al 2011 quando rese la sua anima a Dio. Il riconoscimento gli è stato tributato dall’Ordine Pontificio Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme della Sezione della Campania Napoli – Terra di Lavoro da parte del suo Preside, l’avvocato Raffaele Gaetano Crisileo, nei giorni scorsi su proposta di un concittadino sammaritano, Renato De Rosa, che recatosi in pellegrinaggio in Terra Santa a marzo scorso, ha chiesto espressamente di visitare la tomba del frate, situata nel Cimitero francescano posto alle spalle del Cenacolo verso il Monte Sion e nei pressi della Chiesa della Dormitio Mariae.

La motivazione della concessa benemerenza, si legge nel riconoscimento, è stata cosi riassunta: “Padre Alberto, architetto e capo dell’ufficio tecnico della Custodia di Terra Santa per decenni, ha fortemente contribuito, con il suo impegno professionale, la sua forte spiritualità e la sua generosità affinché i siti religiosi, nel tempo, non divenissero dei musei, ma restassero e restino per sempre  testimonianze indelebili a imperitura memoria del ricordo vivificante della presenza di Cristo, dei suoi passi in quei territori sacri e martorizzati”. Testimonianze sulla vita di Fra Alberto Prodomo, di una sua vita religiosa e lavorativa così intensa e così fortemente impegnata nell’archeologia  e nel modo tecnico, per salvaguardare i beni immobili della Custodia, essendo lui prima geometra e poi un architetto, come abbiamo già scritto, sono state raccolte, dopo un colloquio con l’attuale Patriarca dei Latini di Gerusalemme (e nel contempo anche amministratore apostolico del patriarcato), monsignor Pierbattista Pizzaballa, all’epoca Custode di Terra Santa e Guardiano del Monte Sion, peraltro cittadino onorario di Santa Maria Capua Vetere.

All’epoca in cui è vissuto ed ha operato Padre Prodomo, l’ufficio tecnico della Custodia dipendeva direttamente da monsignor Pizzaballa ed era diretto da fra Alberto, sammaritano doc. E’ nota la sua collaborazione con un altro frate archeologo, Padre Fra Michele Piccirillo, originario delle nostre terre, in particolare di Carinola (in provincia di Caserta), il famoso studioso in particolare del Monte Nebo; la collaborazione tra i due studiosi è durata fino al trapasso di quest’ ultimo avvenuto, a soli 64 anni, nel 2008. Con Padre Piccirillo fra Alberto scrisse anche un volume storico – archeologico. Altre due testimonianze  davvero importanti e significative – a memoria grata – sono state  raccolte ascoltando altri due francescani decani vale Padre Vincenzo Ianniello ofm, anche lui della Custodia di Terra Santa, sammaritano, già discreto della stessa Custodia vale a dire consigliere per due mandati ( dodici anni in tutto ) del Discretorio di Gerusalemme per il gruppo dei francescani italiani ed attualmente direttore ( guardiano ) del Convento francescano in Egitto  precisamente al Cairo – Musky ove vive in una realta’ davvero drammatica e difficile, ma affronta le difficoltà con una serenità serafica, forte della sua intensa fede e della sua grande spiritualità ed umanità. Soprattutto Padre Ianniello ha raccontato gli ultimi anni di vita terrena di Fra Alberto Prodomo, le sue sofferenze fisiche dopo l’attentato subito in Egitto, quando venne raggiunto da un colpo di proiettile da frange di dimostranti armati estremisti, essendosi trovato nel bel mezzo di un attentato in cui vi furono spari di colpi di arma da fuoco tra la folla ed uno di questi proiettili raggiunse il torace di Padre Prodomo.

 Questa scheggia, però, miracolosamente non trafisse alcun organo vitale, ma li rimase sospesa ed estrarla dal corpo di Padre Prodomo era più pericoloso che lasciarla li. E cosi decisero i chirurghi: il frate visse con la scheggia del proiettile conficcata nel suo corpo per tutta la sua vita. Del come fra Alberto, negli ultimi anni di vita, gravemente ammalato, si preparò ed affrontò il suo transito versa la vita ultraterrena abbiamo appunto quel testimone di eccezione: Padre Vincenzo Ianniello. Della morte di fra Alberto a soli 66 anni ed anche dell’incarico ricevuto da Padre Pizzaballa di dare la triste notizia del trapasso di Padre Alberto ai suoi familiari, in particolare al fratello che viveva nella città di Santa Maria Capua Vetere. Della lunga e produttiva permanenza nel Convento di San Salvatore in Custodia di Terra Santa di fra Alberto ha parlato anche un altro francescano, il salernitano Padre Raffaele Caputo, oggi settantenne, già commissario di Terra Santa a Napoli, all’epoca in cui viveva Fra Alberto prima direttore delle Scuole francescane in Betlemme e poi direttore della Casa Nova di Terra Santa di Gerusalemme. Di seguito Padre Caputo è stato fino a qualche giorno fa nel convento di Montefalco in Italia per un biennio ed ora un suo felice ritorno al Convento di San Giacomo a Beit Hanina a Gerusalemme nord nel quartiere arabo cristiano; un suo ritorno in Terra Santa dove precedentemente era stato per oltre quaranta anni. Ecco perché’ Padre Raffaele Caputo ofm ha ben conosciuto Fra Alberto Prodomo e ne ha sottolineato la grande versa lita’ professionale, il suo impegno costante nel lavoro tecnico per proteggere i beni della Custodia e cosi aiutare i Cristiani di Terra Santa ed ha detto espressamente: “Alberto era talmente preso dal suo lavoro che non veniva quasi mai a pranzo al refettorio con noi. Trascorreva la sua intera giornata a studiare mappe, cartine geografiche ed a pensare come risolvere i problemi. Il tutto senza mai far mancare il dovuto spazio alla preghiera al Signore”.

La loro conoscenza personale e la loro intensa amicizia è stata evidenziata dai tre frati con cui abbiamo colloquiato (Padre Pizzaballa, Padre Ianniello e Padre Caputo) e da un laico speciale, amico della Custodia di Terra Santa, il professor Bartolomeo Pirone, accademico dell’Ambrosiana, che insegna all’Università di Terra Santa, poi anche all’Università Orientale di Napoli, come professore ordinario, di lingua e letteratura araba, esperto del Medio Oriente (parla diverse lingue) e trascorre molti mesi all’anno tra Gerusalemme ed il Libano per correggere le bozze dei libri che scrivono i frati di Terra Santa e tradurre dalle diverse lingue antiche dei manoscritti presenti nell’archivio e nella biblioteca della Custodia per catalogare i beni della stessa Custodia di Terra Santa e catalogare la loro provenienza.

Giova, a questo punto, ricordare quanto scrisse il nostro concittadino sammaritano il professor Alberto Perconte Licatese quando venne a conoscenza, nel 2011, della morte del frate. Il suo scritto, per estratto, di seguito ci piace riportare: “Uno dei migliori figli della nostra città ci ha lasciati in Terra Santa, i lontani luoghi avvertiti da lui come un’ascesi non soltanto spirituale, ma anche sociale e pratica quotidiana, vale a dire una vera e propria missione. Dall’ultimo numero (ottobre 2011) del ‘Notiziario Francescano’, diretto da Padre Berardo, al secolo Luigi Buonanno, parroco della Chiesa della Madonna delle Grazie, ho appreso la dolorosa notizia con una certa commozione per due motivi: innanzitutto Alberto Prodromo è finito in età abbastanza giovane, mentre instancabile fino agli ultimi giorni dava il suo contributo di carità, di solidarietà, di fattiva attiva realizzazione di opere di ampio ed incisivo interesse sociale; inoltre, pur non conoscendolo, grazie all’iniziativa del signor Ventriglia, conservo una fotografia nella quale quest’ultimo, nel lontano 1983, raggiuntolo in un pellegrinaggio in quei luoghi sempre tormentati, consegnava al reverendo sacerdote una copia del libro ‘Santa Maria di Capua’, da qualche mese da me edito. Con questo gesto, Ventriglia intese riallacciare i fili con la città natale che egli lasciò da adolescente e per me fu una grande soddisfazione, che per tanti anni lo ricordavo, al punto che quasi lo conobbi”.

Alberto Prodomo nacque a Santa Maria nel 1945, a tredici anni, entrato nella vita religiosa, per studiare entrò nel Collegio Serafico di Roma, e nel 1961, iniziò il noviziato nel Convento di Emmaus; poi, a Betlemme, frequentò il corso di studi filosofici, dove la maturità liceale (1964). Negli anni successivi, seguì il corso di Teologia, tra il Convento di San Salvatore a Gerusalemme e il Pontificio Ateneo di Roma, conseguì la laurea (1971). Subito dopo, ottenuto il diploma di Geometra, nell’Università di Roma, conseguì la laurea in Architettura. Al suo rientro, praticamente definitivo, in Terra Santa, ricoprì incarichi di responsabilità e di prestigio, come Architetto della Custodia, prestò il servizio di dirigente dell’Ufficio Tecnico Custodiale, conservato fino all’anno scorso. Appassionato di mosaici e di arte medievale e moderna, con perizia ed impegno diresse i lavori di restauro e recupero di numerosi santuari francescani, profondendo indiscutibile competenza professionale e soprattutto fede autentica messa in pratica sempre al servizio del Vangelo nella quotidiana della sua esistenza.

Ventriglia gli consegna un libro su S.Maria. Dall’articolo, uscito a S.Salvatore il 3.10.2011, firmato dal Segretario di Terra Santa, Silvio De La Fuente, ho tratto gran parte delle notizie biografiche; ma, soprattutto, desidero riportare testualmente questo dato: “Ci piace ricordare il suo gesto coraggioso quando, per strada, coinvolto casualmente in una sparatoria e colpito da alcuni proiettili vaganti, soccorse una signora ed i suoi tre figli, prima di farsi trasportare in ospedale. Il proiettile rimase conficcato per sempre nel suo corpo, allenando Alberto Prodomo ad una convivenza non desiderata, ma accaduta e sempre accettata con fede”. Ci piace anche menzionare il ricordo di un giovane, che prestò il servizio civile presso il Centro Biblico della Custodia di Terra Santa ed ebbe modo di vivere e lavorare fianco a fianco con Padre Alberto Prodomo. Il ricordo è stato ripreso dall’ATS (Associazione Terra Santa) un organismo fortemente impegnato pro Terra Santa.

Questo il racconto di Nando, 26 anni, laureato in storia dell’arte e tanta voglia di imparare: “Nel mio impegno di servizio civile sono stato assegnato all’Ufficio Tecnico della Custodia di Terra Santa, l’ufficio, cioè, che si occupa di intervenire materialmente e di restaurare i beni immobiliari francescani in Terra Santa dalle chiese ed i santuari alle case della popolazione araba cristiana che ancora abita nella Città Vecchia. Il fatto di essermi ritrovato all’interno di un ufficio tecnico senza la qualifica di ingegnere o di architetto non ha costituito, in nessun modo, un problema o un’obiezione, come in un primo momento avevo temuto. Anzi, questo mi ha permesso di essere utilizzato in una grande varietà di lavori differenti, di cimentarmi in cose interessanti e del tutto nuove per me e di imparare molto. In questi primi tre mesi di servizio, in ogni modo, il mio lavoro si è svolto principalmente in tre attività: innanzitutto, ho seguito l’andamento dei lavori di restauro del Convento di San Francesco a Gerusalemme (conosciuto comunemente come il “Cenacolino”) attraverso la stesura di report giornalieri e settimanali, una campagna di documentazione fotografica e lo studio su articoli di riviste, bibliografia e documenti d’archivio della storia architettonica dell’edificio (la sua costruzione, gli interventi di restauro che ha subito negli anni, ecc.) e della sua vicenda all’interno della più ampia storia politica e urbanistica della città.

Successivamente, mi sono occupato del riordino dell’ufficio del precedente architetto custodiale, padre Alberto Prodomo, che nei lunghi anni della sua attività ha raccolto una gran quantità di mappe, piante, immagini e oggetti provenienti dai principali luoghi della Custodia, facendo delle sue stanze un vero e proprio, per quanto piccolo, “tesoro”. In particolare, il mio lavoro è stato quello di mettere ordine nello sterminato patrimonio fotografico raccolto dal frate architetto, in vista della creazione di un archivio di immagini dei lavori svolti dall’ufficio tecnico nel corso degli anni, utile sia come strumento di lavoro e di consultazione per i nuovi eventuali lavori dell’ufficio su edifici già esistenti, sia come mezzo di documentazione e di testimonianza storica della vita di tutta la Custodia. Infine, ed è questo il progetto in cui sono attualmente impegnato, mi sto occupando di catalogare i beni artistici dei santuari di Terra Santa, un patrimonio enorme in quanto a bellezza e a storia che ha bisogno di essere interamente inventariato e sistematizzato per poter essere studiato approfonditamente e opportunatamente conosciuto. Questo lavoro è davvero una grande e fortunata occasione per me, dal momento che mi consente non solo di mettere a frutto i miei studi universitari e le mie passioni personali, ma anche di imparare molte cose nuove, come redigere un catalogo storico-artistico, e di incrementare enormemente il bagaglio delle mie conoscenze sui luoghi santi.

Accanto alle mansioni principali che di volta in volta mi è stato chiesto di svolgere, però, non sono mancati lavori “eccezionali”, che pur nella loro occasionalità non hanno rappresentato per nulla un di meno in fatto di importanza, fascino e interesse. Tra questi, in particolare, quello che mi ha appassionato di più è stato la scrittura di un articolo di prossima uscita per la rivista “Terrasanta” sulla chiesa francescana di San Giovanni ad Acri: è stato realmente affascinante visitare i resti di una delle città crociate meglio conservate al mondo e addentrarmi nello studio della storia dei cavalieri medievali, della loro arte e della loro architettura. Insomma, davvero non passa giorno senza che questa Terra e il lavoro che mi è chiesto di svolgervi non mi riempiano di occasioni per imparare e di possibilità per crescere tanto umanamente quanto professionalmente”.

IN ALTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA

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