Vino adulterato, inchiesta tra Puglia, Campania e Abruzzo: 11 arresti, sequestrate 6 aziende

di Redazione

Prende il nome di “Ghost Wine” l’inchiesta su un presunto giro di vino adulterato, culminata questa mattina con una vasta operazione che ha portato all’esecuzione di 11 ordinanze di misure cautelari restrittive e al sequestro di 6 aziende, con l’impiego di oltre 200 militari del Gruppo carabinieri per la tutela della salute di Napoli, di unità dell’Arma territoriale e circa 90 appartenenti all’Unità centrale investigativa dell’Icqrf.

L’operazione è stata condotta in diverse province dal Nas di Lecce e dall’Icqrf, coordinata dalla Procura salentina. In carcere sono finiti: Antonello Calò, 63enne di Copertino, vitivinicolo; Giuseppe Caragnulo, 58 di San Donaci, imprenditore vitivinicolo; Vincenzo Laera, 38 di Mesagne, imprenditore vitivinicolo; Rocco Antonio Chetta, 65 di Taviano (ma residente a Lequile), imprenditore vitivinicolo; Antonio Domenico Barletta, 56 di Lecce, funzionario dell’Icqrf; Luigi Ricco, 55 di San Ferdinando di Puglia. Ai domiciliari: Pietro Calò, 26enne di Copertino, impiegato; Giovanni Luca Calò, 50 di Copertino (residente a Lecce), impiegato; Cristina Calò, 55 di Copertino, impiegata; Simone Caragnulo, 23 di San Donaci, impiegato; Antonio Ilario De Pirro, 51 di Nardò, imprenditore e autotrasportatore.

Il sequestro preventivo è scattato per le aziende: Agrisalento Srl di Copertino; Enosystem Srl di Copertino; Megale Hellas Srl di San Pietro Vernotico; Ccib Food Industry Srl di Roma. 40, complessivamente, gli indagati residenti tra le province di Lecce, Bari, Brindisi, Taranto, Napoli, Salerno, Caserta, Avellino e Chieti. I due casertani indagati sono un 34enne residente a Sant’Antimo e un 40enne di Orta di Atella.

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