Droga su asse Napoli-Palermo, 12 arresti: colpiti clan Kalsa e Borgo

di Redazione

Operazione contro il traffico e lo spaccio di droga in arrivo dalla Campania, pronta per essere piazzata dal quartiere Kalsa di Palermo fino alle province di Agrigento e Caltanissetta. 12 le persone arrestate (10 in carcere e 2 ai domiciliari) dai carabinieri in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.

Gli arrestati sono: Ottavio Abbate (53 anni), Antonino Augello (43), Carmelo Di Marzo (27), Vincenzo Di Pasquale (37), Claudio Leto (41), Andrea Licci (33), Armando Luisi (35), Salvatore Luisi (31), Emanuele Mazzola (37), Gaetano Musicò (40), Salvatore Provenzano (50) e Domenico Sollami (45). Le intercettazioni e i servizi di pedinamento eseguiti durante l’operazione Blanco hanno permesso, a riscontro dell’attività investigativa, l’arresto di diversi corrieri, anche sull’asse Napoli-Palermo, e il sequestro di ingenti quantitativi di droga.

Le indagini dei militari del nucleo investigativo del reparto operativo sono servite ad accertare le frequentazioni fra i vertici del mandamento mafioso di Porta Nuova e il fratello di Luigi Abate (alias “Gino u’ mitra”), Ottavio. “Il suo nucleo familiare – ricostruiscono dal comando provinciale dell’Arma – è da decenni molto influente nelle dinamiche mafiose sviluppate nei quartieri palermitani della Kalsa e di Borgo Vecchio, tanto che alcuni suoi componenti hanno rivestito ruoli di vertice all’interno delle rispettive famiglie mafiose di Palermo Centro e di Borgo Vecchio”.

Tra appostamenti e intercettazioni gli investigatori sono riusciti a individuare quella che considerano una vera e propria associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti con base proprio all’interno della Kalsa, all’interno della quale Abbate avrebbe ricevuto il supporto di Antonino Augello, Gaetano Musicò e Emanuele Mazzola (quest’ultimo legato per rapporti di parentela e di vicinanza a esponenti del mandamento mafioso di Santa Maria di Gesù). Loro tre si sarebbero occupati del trasporto della droga fuori dai luoghi di spaccio, della raccolta di denaro dopo le singole cessioni e del reperimento di strumenti necessari come schede telefoniche intestate a sconosciuti.

Gli sviluppi investigativi sono serviti inoltre a documentare “la consistente attività di spaccio condotta da Mazzola e dal cognato Andrea Licci – si legge in una nota – orientata anche nelle province di Agrigento e Caltanissetta, con l’identificazione dei numerosi clienti; il coinvolgimento di  Emanuele Mazzola in un’altra associazione per delinquere finalizzata alla medesima tipologia di reato, le cui figure apicali venivano individuati nei componenti della famiglia Luisi, i quali avevano consolidati legami con esponenti di rilievo dei mandamenti mafiosi palermitani di Santa Maria di Gesù e di Brancaccio, localizzando i loro fornitori della droga nelle zone del napoletano”.

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