Aversa, il quadro della Madonna di Pompei esposto nella chiesa di San Francesco il 6 e 7 luglio

di Antonio Arduino

Aversa – Per la chiesa monumentale di San Francesco delle Monache quello di luglio sarà un mese “eccezionale”. A partire dal 5 luglio sarà, infatti, ospitato in chiesa il quadro della Madonna di Pompei partito dalla sua sede per fare il giro del mondo, così da essere conosciuto ovunque e stimolare la Fede Mariana.

Il programma dei festeggiamenti è intenso. Prevede per sabato 6 luglio una messa dedicata agli avvocati in onore dell’avvocato beato Bartolo Longo, alla quale il rettore don Pasqualino De Cristofaro ha invitato espressamente, con una lettera, tutti gli avvocati aversani e non. Il quadro resterà a disposizione dell’adorazione dei fedeli fino a domenica 7 luglio.

Ma non sono questi gli unici eventi che si svolgeranno a luglio a San Francesco, perché ci sono due date fondamentali nella vita di don Pasqualino, il sacerdote più conosciuto della città, che il 12 festeggerà i suoi 60 anni di sacerdozio e il 16 i suoi 50 anni di rettore del complesso monumentale. Due eventi che riassumono la vita di questo sacerdote consacratosi alla Vergine Maria fin dal momento in cui ha indossato la tonaca, dedicandosi interamente alla cura spirituale ed anche materiale degli ultimi, come dimostra la sua attività di responsabile della “Fondazione Sagliano”, un istituto che ospita anziani, sia dietro pagamento di una retta accessibile a tutti, sia gratuitamente per chi non ha disponibilità economica. Una struttura affiancata da un’ala in cui vengono ospitati gratuitamente senzatetto che possono trovare un pasto caldo, una doccia, un letto.

Don Pasqualino segue il dettame evangelico dell’umiltà, così pochi sanno che da anni è stato gratificato della nomina di monsignore, che è stato docente di francese, che è un buon conoscitore della lingua francese e della lingua inglese e che ha dedicato tutta la sua vita alla missione pastorale, rifiutando l’opportunità di essere nominato parroco. Incarico che gli fu assegnato tanti anni fa dall’allora vescovo della diocesi, Cece, e che rifiutò considerando impossibile servire bene due “padroni”, vale a dire l’istituzione scolastica in cui insegnava francese e i parrocchiani ai quali sarebbe stato giusto dedicare tutto il suo tempo. La vita di don Pasqualino è così piena di impegni che potrebbe essere oggetto di un libro.

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