Grillo: “Salvini? Lo manderei a calci a lavorare al Ministero”

di Redazione

“Se andranno male le Europee devo sfiduciare Luigi Di Maio? Quello che conta è non perderci, non la possibilità di perdere”. Lo afferma il garante del M5s Beppe Grillo in un’intervista a “Sette”. E sull’altro vicepremier, Matteo Salvini, dice: “Ritengo le sue idee allo stesso livello dei dialoghi di uno spaghetti western. Lo manderei a calci a fare il suo lavoro al Viminale”.

Grillo non le manda a dire neanche al Partito Democratico che “ha fatto diventare l’Italia un campo profughi”. “Il Pd in cambio di una bella concessione per dare la mancetta elettorale da 80 euro a chi già lavorava, si è impegnato a trasformare l’Italia in un campo profughi. – attacca – Poi è intervenuto Minniti, perché gli stava sfuggendo di mano il Mediterraneo, nell’indifferenza più assoluta. Adesso noi passiamo per razzisti… e no, questa è una tragica giostra, ma bisogna starci sopra fino in fondo”, sottolinea il comico genovese. Che, restando sul centrosinistra, definisce Carlo Calenda “uomo autoreferentialis, una specie di gigolò confindustriale”.

“Lotta alla corruzione, reddito di cittadinanza, class action, dignità dei lavoratori”: sono le battaglie cardine del M5s, ribadisce Grillo che sui vaccini, per i quali è stato molto attaccato dai no-vax rimasti delusi da una sua dichiarazione a favore, spiega: “E’ ridicolo essere contro i vaccini in sé, ma decidere l’obbligo è una questione politica, non scientifica”. Il cofondatore del Movimento, infine, rigetta il termine “pauperista” rivolto all’esecutivo. “Pauperista è uno dei termini più demenziali che ci siano”.

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