Forlì, denaro di centro olistico “ripulito” col vino: 3 arresti

di Redazione

I carabinieri del comando provinciale di Forlì-Cesena hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 3 persone indagate a vario titolo per concorso in “sfruttamento del meretricio”, “favoreggiamento della permanenza su territorio italiano di stranieri irregolari” e “autoriciclaggio”. L’attività investigativa, coordinata dalla Procura di Forlì e condotta dai militari del nucleo investigativo da luglio 2018 allo scorso mese di febbraio, ha consentito di smantellare un gruppo criminale composto da italiani e cinesi, attivi nella gestione di una ramificata e ben collaudata rete di “luoghi di prostituzione”, appartamenti e centri massaggi, a Forlì e Cesena.

L’indagine, partita da un’attività informativa svolta dai militari dell’Arma, ha consentito di accertare l’esistenza di un consolidato sistema che permetteva ai vertici del gruppo – una coppia composta da un italiano e una cinese, entrambi residenti a Forlì – di sfruttare diverse donne, tutte di nazionalità cinese e irregolari sul territorio nazionale, costringendole a svolgere attività di meretricio in un centro massaggi del Forlì e in diversi appartamenti.

Il vertice del gruppo criminale è una 52enne cinese che gestiva in prima persona l’organizzazione mediante pubblicazione di inserzioni pubblicitarie su riviste, quotidiani e siti internet specializzati, fino al contatto con i clienti e alla regolamentazione del loro accesso agli immobili dove le sue connazionali intrattenevano i clienti. Inoltre, si preoccupava anche del sostentamento delle ragazze provvedendo a fornire loro il vitto, allo smaltimento dell’immondizia, effettuando in prima persona tutta una serie di operazioni “domestiche” delle quali le ragazze non si occupavano perché rimanevano all’interno dei locali senza mai uscirne per tutto l’arco della giornata. Il suo compagno, 55enne, forlivese, aveva il compito di recuperare il denaro provento dell’attività illecita e di custodirlo in attesa della consegna alla donna. La terza destinataria della misura cautelare è una 46enne, anch’essa cinese, che collaborava strettamente con la coppia gestendo in prima persona il centro massaggi ove lei stessa e altre connazionali erano dedite al meretricio, però trattenendo per sé una parte degli incassi maggiore di quello lasciato alle altre meretrici.

Queste ultime venivano periodicamente spostate tra i vari immobili e successivamente sostituite con altre provenienti anche da altre province. Nel corso delle indagini è stato accertato un volume di affari pari a circa 20mila euro mensili (ad es. nel solo mese di luglio 2018 sono state accertate 230 prestazioni). La particolarità di questa indagine è data dal fatto che è stato accertato il reimpiego dei proventi illeciti nel circuito economico lecito. Infatti, la coppia è risultata essere titolare di alcune società attive nel commercio internazionale di vini, aventi sede a Forlì e in Cina. Il meccanismo ideato era complesso quanto collaudato e funzionale alle attività criminali: il denaro guadagnato dalle prostitute, in euro, veniva convertito in yuan cinesi grazie alla collaborazione di altri sodali attraverso operazioni bancarie e scambio di denaro in contanti che venivano versati successivamente su conti correnti bancari facenti capo a una società con sede a Hong Kong. Denaro che rientrava successivamente in Italia attraverso conti correnti intestati a società italiane regolarmente attive, sotto forma di saldo di fatture (di importo compatibile con i proventi quotidiani dell’attività di prostituzione) o di aumenti di capitale sociale.

Nel corso degli accertamenti è emerso che la 52enne era anche l’intestataria dei contratti di locazione degli immobili ove le sue connazionali si prostituivano. Ciò ha permesso di emettere un decreto di sequestro preventivo delle due case individuate e ancora attive, un appartamento nei pressi di piazza della Vittoria e il centro massaggi – ufficialmente un “centro olistico” – nei pressi della piscina comunale. Complessivamente, nell’ambito dell’indagine, oltre ai 3 destinatari della misura cautelare, sono state deferite in stato di libertà ulteriori 4 persone. Tra costoro figura la figlia della 52enne, che coadiuvava quest’ultima nella gestione dei conti correnti bancari, un italiano, 41enne, che si occupava della pubblicazione degli annunci pubblicitari su quotidiani e su internet, e una 23enne cinese, residente in provincia di Siena, che si prestava a convertire gli euro in yuan cinesi.

L’esecuzione delle misure cautelari personali e reali ha visto il coinvolgimento di circa 30 carabinieri del comando provinciale di Forlì-Cesena. Contestualmente sono state condotte diverse perquisizioni che hanno interessato alcuni appartamenti, il centro olistico e le sedi delle società coinvolte nelle operazioni di autoriciclaggio. È stata sequestrata documentazione contabile e amministrativa di interesse che verrà analizzata successivamente.

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