Ladri di alveari, c’è l’ombra della criminalità organizzata

di Gabriella Ronza

Potrebbe suonare strana o curiosa la notizia di “furti di alveari” o di “ladri di api”, ma si tratta di casi tutt’altro che rari, tanto che alcuni parlano ormai di una vera e propria ‘tratta di api regine’. L’allarme è stato lanciato dalla Fai-Federazione Apicoltori Italiani che ha denunciato un fenomeno che, nel giro di pochi anni, ha assunto dimensioni nazionali con intensità e frequenze mai viste in passato (basti ricordare il memorabile furto di 300 arnie, dal valore di 70mila euro, a Mantova nel 2016).

L’ultimo di una lunga serie è il caso denunciato a Torino da parte di un giovane apicoltore a cui hanno rubato ben  34 alveari. “Secondo la Fai-Federazione Apicoltori Italiani, – si legge sull’Ansa – il furto sistematico di interi apiari lascia presupporre l’esistenza di un vero e proprio ‘mercato giallo-nero’ che insidia e mina le basi dell’apicoltura e spezza le gambe a chiunque abbia investito per integrare il proprio reddito”.

“Un fenomeno che sa di criminalità organizzata – sottolinea il presidente degli Apicoltori italiani Raffaele Cirone – e che deve essere contrastato con strumenti adatti, oltre a quelli già disponibili come ad esempio polizze assicurative, videosorveglianza, arnie con antifurto e tracciamento satellitare”. Secondo l’associazione si tratta di abigeato, con furto aggravato di migliaia di alveari, prima sottratti e poi ricettati. “Facciamo appello alle forze dell’ordine – conclude Cirone – affinché indirizzino la loro attenzione anche verso questo particolare genere di reato”.

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