Uccisero cugino del killer di don Diana, il boss “Sandokan” rinviato a giudizio

di Redazione

Rinviato a giudizio, per un omicidio di camorra del 1996, il boss Francesco Schiavone, detto “Sandokan”, capo dell’omonimo clan dei casalesi, in carcere dal 1998. Si tratta del delitto del postino Giuseppe Quadrano, cugino omonimo dell’assassino del sacerdote don Peppe Diana, ucciso nel 1994 nella chiesa di cui era parroco a Casal di Principe, poi divenuto collaboratore di giustizia.

Il killer Quadrano si pentì poco dopo l’omicidio, provocando la reazione rabbiosa dei vertici del clan, tra cui “Sandokan”, che decisero di eliminare il cugino del collaboratore, che aveva il suo stesso nome e cognome. L’obiettivo della cosca era di mandare un segnale di avvertimento a tutti gli esponenti del clan che avevano in testa di collaborare con la magistratura.

Schiavone dovrà comparire per il dibattimento davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere il prossimo 27 marzo. Per il delitto sono stati condannati qualche giorno fa, a 30 anni di carcere, gli esponenti di spicco del clan Francesco Schiavone, detto “Cicciariello”, omonimo e cugino di “Sandokan”, ritenuto uno dei mandanti, e Sebastiano Panaro, che prese parte al delitto guidando l’auto dei killer.

Il postino Quadrano fu massacrato all’esterno di un bar di San Cipriano d’Aversa, il 7 luglio di 23 anni fa, con 12 colpi esplosi da una pistola calibro 9×21. A raccontare di tali avvenimenti è stato uno degli esecutori materiali del delitto, Nicola Panaro, divenuto collaboratore di giustizia, condannato a 12 anni di carcere.

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