Palermo, spaccio di droga davanti ai bambini al “Palazzo di Ferro”

di Redazione

Nell’ambito dell’indagine “Pellicano”, i carabinieri della compagnia di Palermo – San Lorenzo hanno eseguito delle misure cautelari nei confronti di 8 indagati, tra i quali tre minori, ritenuti responsabili, a vario titolo, di spaccio di sostanze stupefacenti, evasione e violazione degli obblighi della sorveglianza speciale. La misura restrittiva costituisce l’esito dell’attività investigativa, avviata nel gennaio 2018 dai militari della stazione Falde, sviluppata dal costante monitoraggio del “Palazzo di Ferro”, sito al civico 56 di via Brigata Aosta, contesto tristemente noto in quanto interessato in un recente passato da cruenti episodi di violenza, sfociati in aggressioni e sparatorie.

L’indagine ha permesso di ricostruire dettagliatamente l’attività illecita realizzata dagli indagati, delineando ruoli e funzioni dei componenti, nonché di confermare la presenza di una piazza di spaccio, avente ad oggetto sostanza stupefacente del tipo crack, cocaina e hashish. Le successive risultanze hanno permesso di disarticolare, per la prima volta, una piazza di spaccio di crack. Le dinamiche oggetto di osservazione hanno fatto emergere come le illecite attività siano il risultato della complicità dei fratelli gemelli Francesco Paolo Avvenimenti e Giulio Avvenimenti, 22enni, dei cugini Salvatore Tutone e Alessandro Tutone, di 19 e 34 anni, pienamente operativi insieme ad altri tre minori, un 17enne e due 15enni, che si suddividevano in compiti e ruoli precisi. La cessione aveva normalmente inizio con il transito in via Brigata Aosta dei potenziali acquirenti, i quali venivano invitati a stazionare nella zona adiacente al palazzo sito al numero 56, al fine di verificare l’assenza di controlli delle forze dell’ordine.

Seguivano, quindi, due pratiche, alternative tra loro: o i soggetti si spostavano nell’androne, oppure la cessione veniva effettuata in strada, anche attraverso l’occultamento della sostanza stupefacente nella bocca del “pusher”, poi sputata al momento della consegna. Le operazioni vedevano coinvolti, oltre gli acquirenti, anche più indagati in maniera sinergica, compresi i minori, posto che uno o due di loro avevano il compito di sorvegliare la zona e la buona riuscita della cessione, mentre un altro si occupava della consegna vera e propria della sostanza stupefacente e dell’incasso della somma, pattuita con l’acquirente. Al fine di eludere l’eventuale attività di investigazione in alcune occasioni la consegna dello stupefacente avveniva da parte di soggetto diverso da quello che aveva ricevuto il denaro e solo dopo aver ottenuto l’assenso di quest’ultimo, previa verifica delle banconote ricevute.

Per nascondere le sostanze, prevalentemente crack, ma anche cocaina e hashish, venivano destinati i vari contatori Enel posti all’interno dell’androne del palazzo di ferro; le tasche esterne della bicicletta utilizzata dai pusher oppure quelle degli indumenti indossati; ed ancora oggetti di vario genere come ad esempio un bicchiere di plastica, nel quale venivano occultate le palline – forma in cui si presenta tipicamente la sostanza del tipo crack, oppure sacchetti plastica. In varie circostanze, è stato documentato il lancio dello stupefacente dal balcone di un’abitazione.

A rendere lo scenario quanto più grave, è l’aver monitorato innumerevoli cessioni effettuate in presenza dei bambini che, all’oscuro dell’illecita compravendita, osservavano la dose di crack, venduta al prezzo di 10 euro. Non meno grave, il fatto che la piazza di spaccio sorgesse a poche centinaia di metri da scuole frequentate da giovanissimi studenti e dal Sert. E’ anche emerso come Alessandro Tutone, nonostante fosse sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, si allontanasse regolarmente dalla propria abitazione, raggiungendo quella di Giulio Avvenimenti, anch’egli sottoposto alla stessa misura, ed occupandosi insieme ad esso di coadiuvare i pusher in strada, lanciando loro da un balcone del sesto piano involucri contenenti lo stupefacente, già suddiviso in dosi e svolgendo dal medesimo balcone attività di vedetta, attraverso l’utilizzo di binocoli.

Roberto Sammartino, 46 anni, invece, sebbene sottoposto alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, abbia violato in più occasioni le prescrizioni della citata misura, recandosi anche ad acquistare la droga. Gli arrestati tradotti in carcere sono i gemelli Avvenimenti, i cugini Tutone e Sammartino. Per i tre minori è stata disposta la misura del collocamento in comunità. Sono ben 694 le cessioni documentate durate l’attività d’indagine, 21 le persone segnalate alla Prefettura quali assuntori di sostanze stupefacenti.

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