Nettuno, danno erariale da 1,7 milioni per Teatro Comunale: accusati due dirigenti

di Redazione

La Guardia di finanza di Roma ha notificato un “atto di citazione in giudizio”, emesso dalla Procura Regionale della Corte dei Conti – Sezione Giurisdizionale per il Lazio, con cui viene contestato a due dirigenti del Comune di Nettuno, vicino Roma, un danno erariale di oltre 1,7 milioni di euro in relazione a “gravi irregolarità inerenti alla procedura di realizzazione del I Lotto Funzionale del Teatro Comunale” della cittadina.

L’appalto costituiva il primo passo per la realizzazione del teatro: prevedeva la costruzione dell’edificio e delle dotazioni impiantistiche minime, tali da consentire una utilizzazione, ad un numero massimo di 40 persone, come spazio prove per attività teatrali, musicali o di ballo. Con un successivo appalto sarebbero state realizzate ulteriori dotazioni tecniche per il completamento dell’opera”. Il progetto doveva essere finanziato al 60% con un contributo della Regione Lazio ed il 40% con un mutuo concesso al Comune di Nettuno dalla Cassa Depositi e Prestiti.

“Gravi ritardi nella progettazione e nell’avvio della gara d’appalto per l’affidamento dei lavori, imputabili all’amministrazione comunale, hanno causato la perdita del contributo regionale di 1.250.000 euro – si legge in una nota della Guardia di finanza – A questo punto, nonostante l’assenza di copertura finanziaria per la realizzazione dell’opera, espressamente comunicata dalla Regione Lazio, il dirigente dell’area Lavori pubblici pro tempore, con l’avallo del dirigente dell’area Economico finanziaria (nonché Direttore Generale) pro tempore, invece di reperire nuove risorse prima di formalizzare contratti nei confronti di terzi, procedeva con l’assegnazione dei lavori e la sottoscrizione del relativo appalto, attestando falsamente nel bilancio dell’ente l’esistenza del contributo regionale ormai revocato. Di conseguenza, il Comune di Nettuno ha dovuto far fronte ai costi per la realizzazione dell’opera con propri fondi ordinari, normalmente destinati alle spese correnti, attingendo in maniera rilevante ad anticipazioni di cassa, determinando l’ulteriore aggravio del pagamento dei relativi interessi passivi”.

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