Davos, Conte: “Un’Europa del popolo, fatta dal popolo per il popolo”

di Redazione

“L’opinione pubblica europea per anni ha considerato il ‘progetto europeo’ come lo strumento per affrontare queste sfide e proteggere dal loro impatto negativo”, ma oggi “sta mettendo in dubbio la sua validità e credibilità”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel suo discorso al Forum economico mondiale di Davos, aggiungendo che “abbiamo bisogno di un nuovo Umanesimo”. A dispetto delle aspettative dei cittadini europei la reale implementazione dell’euro, secondo Giuseppe Conte, è stata “molto diversa”. Il prezzo della stabilità è stato “un crescente debito pubblico” e “la frugalità di bilancio ha frenato la crescita del Pil”.

“Gli italiani sono stati pazienti per molti anni” dando “fiducia alle istituzioni politiche e tecniche europee”, ha sottolineato il presidente del Consiglio. Assieme a un “nuovo umanesimo”, per Conte l’Europa ha bisogno di una visione “radicalmente nuova” della politica che “metta al centro gli esseri umani, le famiglie, le comunità”. Citando poi il principio enunciato dal 16esimo presidente americano Abraham Lincoln nel celebre Discorso di Gettysburgh del 1863, il capo dell’esecutivo ha aggiunto: “E’ questa l’Europa che sogniamo. Un’Europa del popolo, fatta dal popolo e per il popolo. C’è una parola chiave attorno alla quale abbiamo costruito la nostra visione politica, e quella parola è proprio popolo”.

Parlando poi della situazione interna alla maggioranza e dello “spettro” di possibili elezioni anticipate, Conte ha affermato: “Siamo una coalizione forte e M5s e Lega hanno molto senso di responsabilità. Stiamo lavorando strenuamente, c’è uno spirito unitario e sono molto fiducioso che possiamo durare cinque anni”. Il premier ha anche escluso il coinvolgimento di altre forze politiche, come Fratelli d’Italia: “Lavoro molto bene con il mio team, non c’è nessuna prospettiva di diversa composizione del governo”.

Conte è dunque intervenuto sul sistema bancario italiano, definendolo “ben capitalizzato e abbiamo una esposizione molto bassa ai derivati se comparata all’esposizione di altri Paesi membri. Non c’è ragione di un intervento diretto e sistemico dello Stato. Abbiamo preparato strumenti per Carige, se necessario abbiamo i mezzi per proteggere i risparmiatori ma la soluzione primaria è privata”.

Per quanto riguarda delle relazioni con la Francia, Conte sottolinea l’inesistenza di divisioni o “lacerazioni”. Il premier ha spiegato che “Italia e Francia hanno una tradizione di rapporti che non viene messa in discussione, si tratta di affrontare i temi politici critici che sono nell’agenda attuale europea e internazionale di politica estera, in modo molto sereno”.

Sul versante immigrazione, Conte ha fatto sapere che la Germania non ha intenzione di ritirarsi dalla missione Sophia. “Ne ho approfittato per dire che dobbiamo trovare un meccanismo operativo diverso da quello fin qui applicato che prevede lo sbarco dei migranti nel porto italiano più vicino. Non è più accettabile, vogliamo responsabilità condivisa anche in ordine agli sbarchi. Dobbiamo lavorare a questo, perché Sophia è un’operazione importante e strategica, ma se prelude a questo risultato è inaccettabile”, ha sottolineato il numero uno di Palazzo Chigi.

Per quanto riguarda i cantieri in Italia, “non sono chiusi, ce ne sono tanti che stanno andando avanti, anche alcuni più critici come Tap, Terzo Valico, Brennero”, ha dichiarato il presidente del Consiglio. “La pubblica opinione è concentrata sulla Tav su cui c’è una valutazione in corso. Divulgheremo i risultati e prenderemo una decisione politica nell’interesse dei cittadini e del Paese, non di una singola forza politica, di una lobby o di società che stanno operando o altro”.

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