Courmayeur, partita negata a tifoso napoletano: da Aversa c’è chi chiede soldi indietro al sindaco…

di Nicola Rosselli

Aversa – “Mi appresto a chiedere al sindaco del comune di Courmayeur la restituzione di tutti i soldi che vi ho speso tra skylift, alberghi, ristoranti e così via”. A parlare Pino Cannavale, esponente storico della destra aversana, oggi vicino alla Lega.

Cannavale lancia questa provocazione in risposta a quanto avrebbero affermato in questi giorni nella città valdostana dove i napoletani non sarebbero benaccetti. “Non si può accogliere i napoletani con il sorriso – conclude Cannavale – quando portano soldi e muovono l’economia locale per poi denigrarli. Si continua a ragionare con la pancia”.

Il riferimento è alla notizia, data dal quotidiano “Il Mattino”, sulla visione della partita di calcio negata sabato sera a Courmayeur al napoletano A.M., il quale, trovandosi in vacanza nella celebre località sciistica con la famiglia, aveva pensato bene di recarsi con i figli in un bar per assistere match del Napoli. Quella che doveva essere una tranquilla serata in famiglia, però, si è trasformata in uno spiacevole episodio di discriminazione per il tifoso partenopeo. All’ingresso, infatti, una persona presente nel locale avrebbe affermato in tono offensivo: “A noi i napoletani non piacciono e le partite del Napoli non le facciamo vedere”. Ne è nato anche un battibecco tra il napoletano e l’altro avventore, con tanto di arrivo dei carabinieri, ai quali il primo ha fatto presente l’atteggiamento discriminatorio avuto nei suoi confronti.

Da parte sua, il titolare del locale, non presente all’episodio, ha riferito che ad offendere il turista non era stato un dipendente del locale ma un cliente, sembra un argentino, tra l’altro sposato con una pugliese. Il titolare, tuttavia, si è anche premurato di mandare un messaggio di scuse tramite la moglie di un suo amico, che risulterebbe essere una delle migliori amiche della moglie del turista napoletano. Ma la polemica non si è arrestata, tant’è che, difronte ai commenti d’accusa apparsi sui social e tra le recensioni di Tripadvisor, l’imprenditore ha deciso di adire vie legali per tutelare l’immagine del suo locale.

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