Aversa, rinvio a giudizio di De Cristofaro: opposizione “garantista” ma non troppo

di Nicola Rosselli

Aversa – Il rinvio a giudizio del sindaco Enrico De Cristofaro nell’ambito del procedimento “The Queen”, inutile nasconderlo, ha anche e soprattutto una valenza politica. Per questo abbiamo raccolto le posizioni di quanti siedono in Consiglio comunale, in maggioranza o opposizione che sia.

Per Nico Nobis, indipendente, dopo essere stato capogruppo consiliare di Noi Aversani, un attestato di vicinanza umana, ma nessun indizio per quanto riguarda la ricaduta politica: “Credo che in questi casi, salvo lampanti e macroscopiche evidenze di estraneità ai fatti, visto il contesto così articolato, fosse un atto prospettabile da parte del giudice per l’udienza preliminare. Da addetto ai lavori, umanamente vicino a chi sta vivendo tali vicissitudini, confido sempre e comunque nella giustizia e sono certo che opererà nel modo più equo e giusto”.

Maria Grazia Mazzoni del M5S invita il sindaco a prendere atto e a farsi da parte: “De Cristofaro non è un imputato qualunque, più che appellarsi al principio della presunzione di innocenza, dovrebbe in questo momento fare ammenda del principio di etica a cui i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche sono tenuti. Purtroppo, però, quello dell’etica nella gestione della cosa pubblica è diventato un problema da quando una parte del sistema pubblico e quello imprenditoriale si sono imbrigliati nelle maglie dell’illegalità e delle inefficienze. Ora, non volendo entrare nel merito delle colpe che, se ci sono state, saranno giudicate e valutate dal Tribunale, il fatto che il sindaco sia stato rinviato a giudizio in un processo per corruzione dovrebbe suggerire il buon senso di allontanarsi dalla scena politica”.

Vicinanza umana e politica, invece, per Rosario Capasso di Campania Libera: “Premetto che l’articolo 27, secondo comma, della Costituzione sancisce il principio di non colpevolezza fino alla sentenza definitiva. Pertanto, in ossequio al dettato Costituzionale il rinvio a giudizio non rappresenta una responsabilità penale. Del resto, era fisiologico il rinvio a giudizio, confido nell’operato della giustizia, e spero che il sindaco possa riuscire a dimostrare la sua estraneità ai fatti che gli vengono contestati. Personalmente, gli sono vicino, umanamente e amministrativamente, d’altronde escludo che ci possa essere un effetto boomerang sull’amministrazione. Amministrazione coesa a sostegno dell’attività politica e amministrativa”.

Dimissioni, ma “per manifesta incapacità”, le chiede Alfonso Golia, consigliere comunale Partito Democratico: “Piena fiducia nella giustizia, siamo garantisti e, pertanto, resta innocente fino a sentenza definitiva. Ora, però, il sindaco valuti seriamente di lasciare la guida della città soprattutto per i suoi tanti fallimenti politico-amministrativi che sono sotto gli occhi di tutti gli aversani”.

Sulla stessa scia il capogruppo consiliare di Forza Italia, Gianpaolo Dello Vicario, che chiosa: “In merito alla vicenda giudiziaria del sindaco fino ad ora non sono mai intervenuto. Senza alcuna deriva giustizialista, ritengo però che, ad oggi, il rinvio a giudizio sia un’aggravante insuperabile delle tante ‘superficialità’ con cui questa coalizione ha gestito, dal punto di vista amministrativo, i temi importanti, per non dire determinanti: Puc, parcheggi, rifiuti, mensa. Si comprende benissimo che l’esperienza funesta di De Cristofaro è più che terminata”.

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