Marcianise, sequestrati beni per 1 milione ad affiliato al clan Belforte

di Redazione

I poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Caserta e la Guardia di Finanza di Caserta hanno dato esecuzione al decreto di sequestro di prevenzione, emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di Roberto Trombetta, 54 anni, nato a Casagiove, allo stato detenuto, già di professione insegnante, ritenuto appartenente alla consorteria criminale attiva nell’area di Marcianise e zone limitrofe, denominata clan Belforte di Marcianise, detto dei “Mazzacane”.

In particolare, con il provvedimento anzidetto è stato disposto il sequestro di sei fabbricati, siti a Marcianise, nonché di diversi rapporti finanziari, nella disponibilità di Trombetta e del suo nucleo familiare, per un valore complessivo di oltre 1 milione di euro. L’esecuzione del sequestro dei beni rappresenta l’epilogo della complessa e articolata attività investigativa che ha permesso di ricostruire gli asset patrimoniali e finanziari nella disponibilità, diretta e indiretta (tramite i suoi familiari), di Trombetta, acquisiti con i proventi delle attività illecite commesse nel tempo.

Infatti, Trombetta è stato condannato – con sentenza del 28 febbraio 2014 – dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, alla pena di anni 4 di reclusione, per estorsione continuata e aggravata dalla metodologia mafiosa e, da ultimo, raggiunto da ordinanza di custodia cautelare in carcere, in data 17 aprile 2016, per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, in qualità di partecipe al clan Belforte, nonché per numerosi episodi di usura e di estorsione aggravati sempre dal metodo mafioso.

Diversi sono stati i diversi collaboratori di giustizia che hanno concordemente indicato Trombetta come persona che non solo era a disposizione del clan, raccoglieva tangenti e curava i rapporti con politici e imprenditori, ma che scontava assegni postdatati con il supporto del boss Salvatore Belforte, lucrandone una rilevante quota di interessi (pari al 3-4 % mensile). Le attività investigative svolte hanno, quindi, complessivamente dimostrato come Trombetta abbia tratto vantaggio, negli anni, dalla collusione con il clan Belforte, beneficiando di una cospicua ricchezza da ritenersi all’origine inquinata e, pertanto, sottoponibile a sequestro di prevenzione.

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