Camorra, il grido del cardinale Sepe: “Danno la morte e prima o poi la ricevono

di Redazione

“Danno la morte, ma poi prima o dopo ricevono anche loro una morte che fa capire la fatuità, l’inconsistenza di una cattiveria che non ha limiti”. Lo ha detto il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli, commentando le “stese” di camorra dei giorni scorsi.

Il porporato di Carinaro parla di una “camorra che disprezza la vita perché disprezza l’uomo”. “Quando si perde il senso della vita – ha affermato – la morte di questi malavitosi diventa come una conclusione delle loro modo di agire e di fare”. “La giornata dei morti ci richiama tutti a fare un esame di coscienza – ha concluso – perché possiamo cambiare vita, migliorare perché la nostra vita non sia portatrice di morte”.

Poi il ricordo di Davide Natale, il 21enne casertano di San Nicola la Strada ucciso da un albero crollatogli addosso nel pomeriggio di lunedì 29 ottobre (leggi qui). “L’Italia sta soffrendo per i tanti morti causa di questo maltempo che come un uragano si è abbattuto, colpendo anche degli innocenti: pensiamo al nostro giovane Davide che aveva 21 anni, era in facoltà per studiare e un albero l’ha colpito, quanto dramma, quanto dolore”, ha detto Sepe. “Un’ondata forte di maltempo che non si vedeva da anni. – ha affermato – Si inserisce in questo mistero della vita che prende tutti, la vicenda di un ragazzo, Davide, che va all’università e viene ammazzato da un albero che gli cade addosso”.

“La vita non muore con la morte – ha concluso l’arcivescovo – ma è qualcosa che continua se noi questa vita la viviamo con generosità, cercando di incarnare quei valori che sono propri di ogni essere umano che trovano nella fede e nella risurrezione di Cristo un motivo di speranza, sopravvivenza. La vita che si porta nel cuore di Dio diventa immortale”.

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